Autobrennero, nubi fosche sul futuro

I soci pubblici del Mantovano e del Veronese contrari ad un cda ridotto a soli 5 membri. L’Art conferma il taglio delle tariffe e la conseguente impossibilità delle opere complementari sul territorio.

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concessione A22 autobrennero

Per l’Autobrennero e i suoi soci pubblici questi sono giorni al calor bianco, sia per il rinnovo della concessione che slitta di giorno in giorno, sia per il nuovo assetto di gestione che prevede il drastico calo delle poltrone che,  infine, per la conferma da parte dell’Autorità di regolamentazione dei trasporti (Art) del taglio alle tariffe che rende insostenibile il piano finanziario presentato dagli azionisti pubblici per ottenere la concessione “in house”, con il conseguente taglio di oltre 800 milioni di interventi sul territorio.

Lo scenario che prevede il taglio dagli odierni 14 ai futuri 5 posti nel consiglio di amministrazione di Autobrennero taglia fuorimolti azionisti territoriali, in particolare quelli espressione dei soci del Veronese e del Mantovano. Con soli cinque posti a disposizione derivanti dall’approvazione di un’apposita legge da parte del Consiglio regionale del Trentino Alto Adige in tema di gestione delle società partecipate, deriva che i soci pubblici locali che possiedono il 57,49% del capitale sociale contro il 27,27%dei soci pubblici del tratto meridionale è scontato che saranno quest’ultimi a vedersi tagliati in gran parte fuori dalla stanza di governo di Autobrennero. Uno scenario che non piace al sindaco di Verona, Federico Sboarina che, di fatto, guida la “rivolta”: «chiediamo un cambio di rotta, in tempi certi, sul piatto non c’è solo il rinnovo della concessione all’A22, che nei termini preannunciati dal ministro Toninelli è inaccettabile, ma anche la possibile riduzione dei membri del consiglio d’amministrazione da 14 a 5» ha affermato il sindaco al termine dell’incontro che si è tenuto nel municipio scaligero con i soci del tratto sud di A22. Da Palazzo Barbieri è partita una lettera indirizzata ai presidenti delle province di Trento, Maurizio Fugatti, e di Bolzano, ArnoKompatscher (quest’ultimo anche nella sua veste di presidente della regione Trentino Alto Adige, maggiore azionista singolocon oltre il 32,22% del capitale sociale) avente per oggetto il futuro della società Autobrennero e della sua rappresentatività, in un momento di grandi decisioni tra cui il rinnovo della concessione. Da Verona è uscito il messaggio unanime che la rappresentatività dei territori è essenziale, considerata l’importanza che l’infrastruttura ricopre per le aree dalla quale sono attraversate. «Con i colleghi – ha spiegato Sboarina – abbiamo concordato che non può venir meno la rappresentatività di tutti i territori all’interno del consiglio di amministrazione di A22, anche perché in un momento così delicato per la società, dobbiamo esserci per monitorare il futuro della società che abbiamo fondato e le scelte decisive per il suo futuro. Trento, Verona e Mantova sono i tre enti fondatori della società, e la rappresentanza territoriale è importante anche per la realizzazione delle opere pubbliche già programmate».

Una richiesta che, per essere accolta, necessità di un intervento legislativo da parte del Consiglio regionale del Trentino Alto Adige, da attuare entro il 29 aprile prossimo, data di svolgimento dell’assemblea ordinaria di Autostrada del Brennero Spa. Un fatto difficile da realizzare, sia per la mancanza di leggi regionali in discussione, essendo il Consiglio regionale appena entrato in attività, sia perché potrebbe essere più conveniente rimandare la data di svolgimento dell’assemblea dei soci a fine giugno, anche per evitare di nominare un nuovo consiglio di amministrazione a processo di rinnovo della concessione ancora in corso.

Infine, c’è da dare una soluzione al piano degli investimenti proposto dai soci per il rinnovo della concessione che prevede, oltre alla realizzazione della terza corsia tra Verona e Campogalliano e alle manutenzioni ordinarie, anche 800 milioni di opere a servizio del territorio (400 in Trentino Alto Adige e altrettanti suddivisi nel tratto meridionale). Opere fortemente a rischio dopo che l’Art ha riconfermato che la delibera sul ricalcolo delle tariffe dello scorso 18 luglio non si tocca. Il taglio del 18% ai pedaggi da conseguire entro cinque anni rende finanziariamente insostenibile il piano finanziario, con la conseguente necessità di cancellare le opere sul territorio per 800 milioni di euro, così come i 350 milioni per capitalizzare Interbrennero (interporto di Trento) e la controllata Autostrada Regionale Cispadana spa, lo sviluppo dell’area intermodale di Isola della Scala (Verona) e il porto fluviale di Valdaro (Mantova).

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