Dopo Belgio e Germania, è italiano il cuneo fiscale più alto tra i paesi Ocse

Il Belpaese si situa al 47,7%, lontanissimo dal 31,7% degli Usa o dal 30,9 del Regno Unito. 

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cuneo fiscale

Con un cuneo fiscale che in percentuale del costo del lavoro è al 47,7%, l’Italia – dopo Belgio (53,7%) e Germania (49,6%) – è il Paese dove il peso delle tasse e dei contributi sulla retribuzione lorda dei lavoratori dipendenti è il più elevato tra le nazioniOcse.

Se si decompone il peso complessivo del cuneo nelle quote in capo agli imprenditori e ai lavoratori dipendenti, emerge che i contributi socialiversati” dai titolari d’azienda ammontano al 24% del costo del lavoro (quarto posto in graduatoria dopo Francia, Repubblica Ceca ed Estonia), mentre le imposte e i contributi corrisposti dai dipendenti incidono per il 23,7% (14 posizione a livello Ocse).cuneo fiscale

Il conto sul cuneo fiscale arriva alla vigilia della probabile introduzione a partire dal 2020 della tassa piatta al 15% i redditi familiari al di sotto dei 50.000 euro lordi, salvo possibili e probabili modifiche dell’ultima ora.

«Ogni riduzione del livello di tassazione – segnala il coordinatore dell’Ufficio studi dell’Associazione artigiani di Mestre, Paolo Zabeo – non può che essere salutato positivamente. Tuttavia, visto che le coperture sono limitate, non vorremmo che la “flat tax” fosse in parte finanziata attraverso un aumento selettivo dell’Iva. Ricordo, che l’eventuale introduzione della tassa piatta non avrebbe alcun effetto positivo per coloro che non percepiscono alcun reddito, come i disoccupati o gli inattivi, e nemmeno per una buona parte dei 10 milioni di contribuenti italiani che si trova nella cosiddetta “no tax area”, come molti pensionati al minimo e altrettanti lavoratori precari che non versano alcuna imposta sul reddito. Viceversa, l’incremento dell’Iva peserebbe su tutti, anche su chi non beneficerebbe alcun vantaggio dall’introduzione della “flat tax”, penalizzando, soprattutto, le fasce sociali più deboli».

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