Rapporto Banca d’Italia sull’economia del Friuli Venezia Giulia

Nel 2018 crescita rallentata. Disoccupazione stabilizzata poco sopra il 6%. 

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Rapporto Banca d'Italia

Secondo il rapporto Banca d’Italia che presentato a Trieste, in Friuli Venezia Giulia la crescita dell’attività economica nel 2018 è proseguita con «un ritmo meno intenso» rispetto all’anno precedente e con un rallentamentoche si è concentrato nella seconda metà dell’anno sia sul fronte della domanda interna che di quella estera.

La crescita della produzione industriale si è assestata allo 0,4% (era lo 0,8% nel 2017); l’utilizzo degli impianti produttivi poco sopra l’80%. Nel fatturato, al netto della cantieristica, c’è stato un rallentamento sul 2007 (valore di riferimento pre-crisi), con un valore di poco sopra al 2% calando però rispetto al 2017. Sono decelerate in maniera consistente le esportazioni, in particolare per la siderurgia, pur restando positive al 5,9% (7,2% al netto della cantieristica) con riferimento sempre al 2007. Nel primo trimestre del 2019 si registra già un calo dello 3,2%.

Si è rafforzata l’attività portuale di Trieste dove continua la crescita della movimentazione delle merci, in particolare per i container. Sono saliti anche i prestiti bancari alle imprese con lo 0,8% (3,4% con la cantieristica), interrompendo un calo per il manifatturiero cominciato due anni fa.

Le famiglie residenti in regione sono aumentate dello 0,7%; la crescita del turismo è stata del 3,6%. Il mercato del lavoro continua a salire per il quarto anno consecutivo ed è giunta al livello più elevato dell’ultimo decennio, coinvolgendo anche l’edilizia. Il saldo tra assunzioni e cessazioni è stato positivo e il tasso di disoccupazione si è stabilizzato al 6,7%. Questi numeri hanno avuto una ripercussioni positiva sulle famiglie con un reddito disponile che è salito dello 0,6% dopo la contrazione dello scorso anno.

Nella seconda metà del 2018 sono cresciuti anche i prestiti bancari con un più 1,8% rispetto al 2017, una dinamica sia sul fronte delle imprese che delle famiglie. E’ salita anche la spesa pubblica degli enti territoriali della regione che ha registrato più 8,5%.

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