FederlegnoArredo fa tappa in Friuli Venezia Giulia visitando alcune aziende

Orsini: «le nomine europee aprono buone prospettive». Di Fonzo: «il settore in Regione nel primo trimestre 2019 è in crescita». Mareschi Danieli: «il tessuto manifatturiero regionale pronto a nuove sfide, ma rimane troppa incertezza». 

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FederlegnoArredo

Il viaggio nei territori dove si lavora il legno dei vertici di FederlegnoArredo ha fatto tappa in Friuli Venezia Giulia, dove il presidente della categoria, Emanuele Orsini, a Udine ha visitato alcune aziende del comparto.

«Con le nomine a livello europeo, l’asse franco-tedesco rafforzerà sempre di più questi due Paesi e quindi l’auspicio è che i nostri prodotti nel secondo semestre dell’anno vadano ancora più forti nell’esportazione» ha detto Orsini incontrando i vertici di Confindustria Friuli.

Oltre alla necessità di sburocratizzare il settore, per far crescere l’economia, ha sottolineato Orsini «servono manovre shock, legate al mondo dell’edilizia». E in merito allo “sblocca cantieri” dice: «sta partendo a rilento, e invece abbiamo bisogno che l’edilizia sia ben presente per incentivare quel pezzo di filiera che sta soffrendo».

Infine, la “flat tax”: «qualsiasi manovra che possa aiutare le imprese ad andare più forte funziona – ha rimarcato Orsini – ma gli imprenditori chiedono soprattutto di essere più liberi di affrontare il lavoro in modo flessibile. In questo senso, il “decreto dignità” ha impattato sulle imprese in modo severo».

Lo stato di salute del settore è stato tracciato da Franco Di Fonzo, capogruppo Legno-Arredo di Confindustria Udine, oltre che presidente del Cluster Arredo-Casa Fvg: «il Friuli Venezia Giulia, che è la terza regione italiana per fatturato prodotto della filiera legno-arredo ha una grossa forza, basata sull’esportazione e con questa sta operando da anni e mantiene in piedi il comparto. Gli ultimi dati sulla produzione regionale – ha proseguito Di Fonzo – evidenziano nel primo trimestre 2019 una crescita dell’1,8% rispetto al primo trimestre del 2018».

Nel 2018, il fatturato del comparto regionale si è attestato a quota 3,6 miliardi di euro, di cui il 75% relativoall’arredo e il 25% relativo al legno. Sulla manifattura friulana il peso della filiera è pari al 14%, il più alto in Italia. Complessivamente la Regione è la quarta della filiera in Italia per numero di addetti (18.878). Di Fonzo si è poi soffermato sulle prospettive. Il mercato europeo «è statico, con un Regno Unito positivo seppur si trovi in situazione Brexit». Fra i mercati che tirano maggiormente, secondo Di Fonzo, ci «sono gli Usa e poi la Cina, che da piccolo mercato sta diventando sempre piu’ grande». Sul fronte interno, Di Fonzo avverte: «non c’è molta ripresa e siamo in attesa».

Alla politica regionale, il presidente ha chiesto «di darci una mano non con contributi, ma con stimoli: come Confindustria e come cluster Legno-Arredo lavoriamo sulle reti d’impresa e qui si potrebbe fare qualcosa per facilitarle».

«A distanza di un anno, il momento di grande incertezza politica è comunque rimasto, viste le tensioni continue all’interno della maggioranza, ma il bonus mobili è stato fortunatamente confermato, mentre il “jobs act” è stato praticamente smontato e non sono ancora chiare le direzioni delle politiche sul lavoro e sullo sviluppo» ha detto la presidente di Confindustria Friuli, Anna Mareschi Danieli, rivolgendosi ad Orsini. Evidenziando come la provincia di Udine si collochi tra le prime sei in Italia per l’export del comparto Legno-Mobili-Arredo, e come nel primo trimestre 2019 le esportazioni della Regione siano cresciute del 5,2%, Mareschi Danieli si è detta «orgogliosa dei risultati ottenuti dalle quasi 2.500 sedi produttive regionali» (58,9% ubicate in Provincia di Udine) e dai quasi 19.000 addetti. «L’industria friulana del comparto, pur ridimensionata dalla crisi negli ultimi anni – ha aggiunto Mareschi Danieliresta motore di sviluppo, ma ora il settore è chiamato a una nuova sfida: la nuova Europa potrebbe nascere dall’economia del legno, visto che il 7% dei nuovi edifici viene oggi costruito in legno. Un’opportunità che la Regione, dove entro il 2019 le superfici coltivate a pioppo supereranno i 3.600 ettari, con un incremento notevole raggiunto in soli 3 anni (erano 2.000 nel 2016) deve essere pronta a cogliere».

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