Sgarbi: «No al planetario del Muse nei giardini di Palazzo delle Albere»

Il presidente del Mart, Vittorio Sgarbi, titolare del Palazzo si opporne al progetto delle tre grandi sfere. Si potrebbe farlo sotterraneo. Bene che il comune di Trento proponga una soluzione di gestione. 

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planetario del muse
Il rendering del planetario del Muse (le tre sfere grigie in alto a sinistra), con il Palazzo delle Albere in primo piano e il Muse a sinistra.

Sul progetto del planetario del Muse di Trento, “Muse H2O” dalla foggia della molecola dell’acqua, che doveva essere già pronto per lo scorso aprile secondo i progetti della precedente giunta, è scoppiato il “niet” deciso del nuovo presidente del Mart, il Museo d’arte moderna di Rovereto e Trento, Vittorio Sgarbi, che si è detto «decisamente contrario al progetto di realizzare una struttura del genere nei giardini del Palazzo delle Albere, sede trentina del Mart, del tutto avulsa dal contesto architettonico del posto».

Il “Muse H2O”, una struttura precaria appoggiata su una soletta di cemento con intelaiatura in legno lamellare, è composto da tre sfere di diversa dimensione, con quella più grande capace di ospitare 77 persone sedute, mentre le due più piccole, della capacità di circa 30 persone, hanno la funzione di anticamera della sala principale di proiezione.

La struttura, che dovrebbe essere realizzata nei giardini del Palazzo delle Albere, sarebbe il naturale completamento dell’offerta scientifica e naturalistica del limitrofo Muse, il Museo di scienze naturali, i cui spazi interni, a pochi anni dalla sua realizzazione, sono già saturi, confermando come il progetto di Renzo Piano sia stato poco lungimirante rispetto alle future esigenze, oltre che ad essere architettonicamente poco consono al contesto urbanistico della zona, come conferma lo stesso Sgarbi che ha definito «un clamoroso errore la sua realizzazione a pochi metri di un edificio storico come Palazzo delle Albere».

Come soddisfare esigenze che al momento paiono essere tra loro in contrasto? Una potrebbe essere abbandonare l’idea di realizzare una struttura esterna come quella proposta dal progetto e di realizzare il tutto in sotterranea negli spazi verdi esistenti tra il Muse e Palazzo delle Albere. «Potrebbe essere una buona idea – conferma Sgarbi – ma non so se i costi dell’opera siano sostenibili dalla Provincia di Trento cui tocca finanziare l’opera». Anche se i costi di costruzione potrebbero essere sicuramente più alti per via dello scavo, viceversa si potrebbe realizzare una struttura definitiva rispetto a quella riconosciuta precaria del progetto in esterna, abbattendo grandemente i costi di gestione e di climatizzazione della struttura, oltre che garantirne un comodo accesso direttamente dagli spazi del Muse, senza la necessità di una biglietteria autonoma e di percorrere una distanza di circa 100 metri all’aperto, cosa poco piacevole in caso di pioggia e nelle stagioni fredde.

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Il planetario del Muse visto da palazzo delle Albere

Intanto, anche il comune di Trento interviene sulla destinazione di Palazzo delle Albere con l’assessore alla cultura, Corrado Bungaro, secondo cui «l’edificio va adeguatamente valorizzato in un contesto di percorso culturale cittadino. Vedrei bene la realizzazione di una “Casa della cultura” di stampo tedesco, in connessione con i circoli artistici cittadini, oltre che di valorizzazione degli artisti del territorio, di ieri e di oggi». Uno scenario gradito anche a Sgarbi: «se ne può parlare, a me sembra una buona idea».

Mentre a Trento si discute del ruolo della sede cittadina del Mart, quest’ultimo punta ad allargare la propria sfera d’influenzaverso il Veronese. «Mi piacerebbe aprire una filiale del Mart a Verona per valorizzare al meglio l’arte moderna e i numerosi depositi che il museo possiede e che ora hanno poca visibilità per la carenza di spazi espositivi, con il rischio che i concedenti se ne riapproprino. Mi piacerebbe sfruttare gli spazi del vecchio mercato ortofrutticolo dinanzi alla Fiera di Verona. Ne parlerò a breve al sindaco di Verona, Federico Sboarina».

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