Friuli Venezia Giulia parte il rassetto delle territoriali: nasce Confindustria Alto Adriatico

Agrusti: “entro 2020 il rassetto. Aperti anche ad Udine se vorrà partecipare». Razeto: «più efficienza, Auspico che all’aggregazione regionale partecipi anche Udine».

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confindustria alto adriatico

In Friuli Venezia Giulia parte il riassetto delle territoriali di Confindustria con la fusione tra Unindustria Pordenone e Confindustria della Venezia Giulia che darà vita a Confindustria Alto Adriatico, aperta all’adesione anche da parte di Confindustria Udine, che al momento sta alla finestra.

«Le fusioni si fanno se c’è della chimica, con Udine non c’è, noi ci abbiamo provato scontrandoci però, purtroppo, con un modo differente di concepire Confindustria – ha detto il presidente di Unindustria Pordenone Michelangelo Agrusti -. Con la Venezia Giulia, invece, le cose sono andate diversamente ed ecco perché abbiamo avviato, assieme a loro, nell’alveo di un più ampio disegno strategico, un percorso che ci porterà alla costituzione, entro il 2020, di un’unica Confindustria».

«Con chi dirige Confindustria Udine il rapporto personale è ottimo, non ci sono fraintendimenti – sottolinea Agrusti -; per noi, però, l’Associazione è un’impresa per le imprese meno legata a una visione burocratica, alle virgole… Con Confindustria della Venezia Giulia, al di là degli aspetti di feeling di cui parlavo prima, c’è una visione condivisa che rappresentammo durante l’assemblea di giugno 2017 fondata sulla sinergia tra due territori che esprimono vocazioni industriali complementari (porti, interporti, cantieri, retro-cantieri)».

Un grande risultato, ha detto ancora Agrusti, che darà origine a un’unica Territoriale da 1.200 associati, piattaforma formidabile per poter instradare un rapporto positivo con i decisori politici. Agrusti ha aggiunto che la nuova realtà, che potrebbe chiamarsi Confindustria Alto Adriatico, avrà un rapporto federativo con la Territoriale di TrevisoPadova e VeneziaRovigo, con l’obiettivo in un tempo non troppo lontano di arrivare ad una Confindustria del NordEst.

Da parte sua, il presidente di Confindustria Venezia Giulia, Sergio Razeto, ha sottolineato come «la realizzazione di un’unica Confindustria Fvg è da tempo l’obiettivo dichiarato da Confindustria Venezia Giulia, perché siamo convinti che un soggetto unitario che integri tutte le componenti dell’attuale sistema confindustriale possa rispondere ancora più puntualmente alle esigenze degli associati, in particolare per efficienza ed efficacia dei servizi erogati, e incidere di più su tutela e incisività della rappresentanza. Questo processo, avviato più di due anni fa e confluito in un protocollo promosso a luglio 2017 da tutte le AssociazioniUnindustria Pordenone, Confindustria Udine e Confindustria Venezia Giulia – ha visto nell’ultimo periodo un rallentamento circa la sua attuazione, legato principalmente ad alcune visioni differenti tra le realtà di Pordenone e di Udine. Quest’ultima ha deciso, pur ribadendo la volontà di arrivare all’aggregazione regionale, di sospendere l’attuale percorso in attesa della definizione di un nuovo scenario complessivo».

Auspicando la costituzione «quanto prima di un soggetto che intende restare da subito e sempre aperto all’aggregazione anche con Confindustria Udine», Razeto ha ricordato che Confindustria Gorizia e Confindustria Trieste, nata nel 2015, è stata «tra i primi esempi in Italia di anticipazioni della cosiddetta riforma Pesenti di Confindustria». In merito a ipotesi di «future forme di collaborazione con realtà associative dell’area del Veneto», Razeto le definisce «interessanti, che andranno condivise e valutate in un percorso di collaborazione ancora più ampio e ancora in via di definizione».

Dopo il lancio di Confindustria Alto Adriatico, sul fronte strettamente operativo, Agrusti ha allargato la sua riflessione al sistema produttivo industriale della Destra Tagliamento che tiene nonostante il rallentamento delle economie mondiali, una flessione più evidente là dove ciò può potenzialmente riverberarsi sulle quote di export di una provincia storicamente vocata ai mercati esteri – Germania, Francia, Gran Bretagna e in parte Stati Uniti. Ma il dato complessivo è abbastanza positivo poiché, ha detto, il sistema tiene. Reggono il legno-arredo dopo la pesante ristrutturazione che sta dando origine a un consolidamento definitivo e brilla la cantieristica – che, nella fattispecie, ruota attorno a Marine Interiors, costola di Fincantieri che beneficia di un portafoglio ordini lungo almeno otto, dieci anni. In grande “spolvero” anche il vetro, un mercato concentrato storicamente nel Sanvitese dove, grazie a investimenti da parte di gruppi esteri, potrebbe essere presto creato un Distretto ad hoc. Certamente, ha annunciato Agrusti, in quell’area inaugureremo nel giro di un anno e mezzo un grande impianto di recupero vetro/rottami da mettere a disposizione delle aziende.

Agrusti è intervenuto anche sulla questione Camera di commercio di Pordenone-Udine spiegando che l’accordo raggiunto con il Governatore della Regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga e con l’allora presidente della sola Cciaa di Udine, Giovanni Da Pozzo, prevede una gestione duale dei due enti, molto faticosa che alla lunga può anche dare luogo a inefficienze. L’obiettivo è tornare alla Cciaa di Pordenone posto che l’iter necessario affinché ciò possa avvenire, e che passa anche per la Regione, sia stato avviato come garantito da Fedriga.

Quanto alle crisi industriali sono tutte sotto attenta valutazione, meticolosamente seguite dagli uffici preposti di Unindustria, in particolare col neo-vicedirettore Giuseppe Del Col. Sul fronte Safop, Agrusti ha informato di una formale dichiarazione di interesse da parte di un’azienda di Milano. Non è mancato infine un marcato accenno alla necessità, rivolta alle istituzioni, di completare / realizzare le opere di collegamento viario ancora incompiute e del rilancio complessivo della montagna che passa anche attraverso la creazione di migliori collegamenti.

«Il Maniaghese, attraverso il Nip – ha concluso Agrusti – ha accentuato la sua vocazione industriale, lo Spilimberghese vive invece una vera desertificazione industriale tale per cui, come categorie economiche (Confindustria e Confartigianato) abbiamo investito trentamila euro per uno studio che ci dirà quali sono gli interventi indispensabili nei vari settori (industria, agricoltura, artigianato, turismo) per rilanciare il Territorio».

Agrusti ha posto attenzione anche sull’alta velocità ferroviaria: «il Friuli Venezia Giulia rischia di restare l’unico territoriosenza l’Alta Velocità: la Regione ponga rimedio alle decisioni sbagliate della precedente giunta di centrosinistra e riapra il capitolo della Tav. Se non si fa immediato dietrofront con questo governo, che dice di essere del “Sì”, pagheremo cara questa scelta per moltissimi anni – ha aggiunto Agrusti -. Le infrastrutture e la logistica sono la chiave per il futuro: per questo, è centrale che si pensi a realizzare anche il collegamento tra la Cimpello-Sequals e Gemona. Tra due anni, quando sarà finita la Pedemontana veneta, i territori attraversati dalla viabilità locale, che andrà al collasso, saranno prigionieri di un traffico e di un inquinamento insostenibili».

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