Cciaa Pordenone, segnali negativi per l’economia in II trimestre 2019

Export a +2%. Da Pozzo: «urge verifica con categorie produttive».

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Cciaa Pordenone-Udine: da sx il vicepresidente Giovanni Pavan e il presidente Giovanni Da Pozzo

Non fosse per l’export, i cui ordini, rispetto al -5,7% riscontrato nella precedente analisi hanno ripreso a crescere, posizionandosi a un +2%, il quadro del comparto economico produttivo della provincia di Pordenone sarebbe, secondo l’indagine congiunturale della Cciaa di Pordenone – Udine sul Pordenonese, quasi tutto a tinte fosche.

I dati del periodo aprile-giugno 2019 e le previsioni per il terzo trimestre dell’anno non sono positive, soprattutto per il settore manifatturiero, segmento-core che, dopo nove trimestri in crescita, ha evidenziato, come confermato dal presidente della Cciaa Pordenone-Udine, Giovanni Da Pozzo, chiari segnali di sofferenza. «Tutti gli altri indicatori – sottolinea Da Pozzosono in area negativa compreso il commercio, che aveva dato costanti segnali di risveglio; credo che alla ripresa s’imporrà una verifica in collaborazione con le categorie produttive».

Positive, invece, le variazioni congiunturali degli indicatori, una tendenza che però, come ha spiegato il vicepresidente, Giovanni Pavan, «è frutto della ciclicità riscontrabile dall’osservazione delle serie storiche dei dati». Su buoni livelli il grado di utilizzo degli impianti che si attesta al 74% e supera l’80% nelle imprese di dimensioni maggiori.

Portabandiera e molto significativa è, come sempre, la propensione all’export: la quota sul totale fatturato dalle imprese manifatturiere è pari al 46% (sfiora il 69% nella meccanica e supera il 79% nella grande industria). «La stabilità che gli imprenditori prevedono per il terzo trimestre non ha grande valore statistico-predittivo in una valutazione complessiva – ha detto Pavan – perché viziata dalle chiusure estive. Posso immaginare che la guerra dei dazi stia incidendo più del previsto e gli inasprimenti di questi ultimi giorni non aiutano di certo».

Per quanto riguarda il settore manifatturiero, le variazioni tendenziali dei principali indicatori sono negative. L’unico dato in controtendenza è quello degli ordini esteri, che aumentano del +1,9% (dopo la forte caduta del precedente trimestre, pari a -5,7%). In area negativa, la produzione, che cala al tasso dello 0,9%, il fatturato del -1,2% e il fatturato estero del -1,9%. In flessione anche gli ordini interni al tasso del -0,7%. Sostanzialmente stabile l’occupazione che registra un modesto +0,5%.

Le variazioni congiunturali (rispetto al trimestre precedente) degli indicatori, invece, sono tutte positive. Timidi segnali di ripresa dal legno-arredo grazie al buon andamento dei rapporti commerciali con l’estero. Infatti, gli ordini esteri registrano un incremento del +8,3% e il fatturato estero del +3,3%. La produzione aumenta al tasso del +1,9% e il fatturato complessivo è stabile al +0,4%. In calo solo il dato degli ordini interni, pari a -1,7% (era +1,0% nel trimestre precedente). In aumento l’occupazione che sale del +3,3%.

Negativa invece la performance della metalmeccanica, sottosettore che, dopo nove trimestri di risultati positivi, evidenzia tutte variazioni negative rispetto allo stesso trimestre del 2018. In dettaglio, la produzione cala al tasso del -2,3%, il fatturato complessivo del -3,8% e quello estero del -4,4%. Stabili gli ordini esteri (dopo la decisa flessione del trimestre precedente, pari a -6,7%), mentre l’unico indicatore che rimane ancora positivo è quello degli ordini interni, in aumento del +1,8%. Infine, presenta una lieve flessione il livello dell’occupazione (-0,8%).

Anche il commercio al dettaglio appare in sofferenza, con l’andamento delle vendite che, per il secondo trimestre consecutivo e dopo anni di segni positivi, evidenzia una contrazione; nel secondo trimestre 2019 viene registrato un calo al tasso del 2,7% rispetto allo stesso trimestre del 2018, dato identico a quello osservato nel primo trimestre. L’occupazione appare in lieve flessione al -0,5%.

Il settore delle costruzioni che, nel corso del 2017 e soprattutto del 2018, aveva mostrato segnali di risveglio dopo anni di fortissima crisi, ritorna in fase recessiva. Nei primi due trimestri del 2019 le variazioni tendenziali dei principali indicatori sono risultate negative. In particolare, nel secondo trimestre, la produzione è in diminuzione al tasso del -2,3% (era -1,5% nel precedente trimestre) e il fatturato del 1,5% (nel precedente trimestre era -2,6%). Segno più per l’occupazione che, dopo anni di tassi negativi, registra un incremento del +4,5%.

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