Autostrada Valdastico: la Corte dei conti boccia l’affidamento diretto della concessione ad A4

La magistratura contabile del lazio prepara un conto da quasi 600 milioni di euro a carico dei vertici dell’Anas. Atlantia si chiama fuori dalla querelle. Soddisfatti i comitati anti Valdastico Nord. 

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autostrada valdastico Completare a NordEst le infrastrutture

Sul travagliato completamento a Nord verso il Trentino dell’Autostrada Valdastico piomba la mannaia della Corte dei Conti del Lazio che ha chiesto ai vertici dell’Anas il pagamento di 600 milioni di euro per il suo mancato completamento, nonostante l’affidamento diretto della proroga della concessione ad A4 Brescia-Padova proprio per il suo completamento.

La magistratura contabile ha indagato per danno erariale l’allora presidente di Anas, Pietro Ciucci, e i quattro consiglieri di amministrazione dell’epoca: Enrico Della Gatta, Eugenio Pinto, Uberto Siola e Sergio Scicchitano. Del tutto estranei alla vicenda i Benetton azionisti di riferimento di Atlantia, la holding che ha in pancia Autostrade per l’Italia che, a seguito dell’acquisto dell’iberica Abertis, è di fatto diventata proprietaria anche della concessionaria Brescia-Padova e della sua partecipata Valdastico.

I fatti risalgono al 2006, epoca del governo Berlusconi, quando s’inizia a parlare del completamento dell’Autostrada Valdastico sia verso Nord che verso Sud. Mentre il tratto Sud verso il Polesine inizia ad essere realizzato e completato sotto i vari governi che si sono succeduti, quello verso Nord è ancora tutto fermo per la ferma opposizione dei governi di centro sinistra del Trentino, solo recentemente ammorbidito per diventare un pieno assenso da parte della nuova maggioranza di centro destra.

Nel 2015 un esposto del senatore azzurro Lucio Malan fa partire nuovi accertamenti sul fatto che gli accordi che prevedevano la proroga automatica della concessione della Brescia-Padova al 2026 in cambio del completamento dell’Autostrada Valdastico erano sostanzialmente non rispettati. Accertamenti culminati con l’invito a dedurre formulato ai vertici dell’Anas dalla Guardia di Finanza e completati con la mazzata formulata dal vice procuratore della Corte dei Conti laziale, Massimo Perin, in 594.037.308 euro a titolo di danno erariale.

Da parte sua, la concessionaria Brescia-Padova ribadisce che «A4 Holding è sempre stata ed è tuttora fortemente impegnata con gli enti locali territoriali interessati alla realizzazione dell’opera A31 Valdastico Nord», smentendo il coinvolgimento nella vicenda di Autostrade per l’Italia, Atlantia e di Abertis.

Soddisfatti della decisione i comitati contrari al prolungamento verso Nord dell’Autostrada Valdastico: il coordinamentoNo Valdastico A31” si dice «soddisfatto della decisione della Corte dei conti che dà ragione ai cittadini, comitati, associazionie amministrazioni locali che da anni sollevano le proprie obiezioni ad un’opera devastante e costosissima, ma soprattutto inutile, nell’indifferenza della politica e dei potenti stakeholders che dai loro megafoni da un ventennio annunciano l’inizio dei lavori».

Il coordinamentoNo Valdastico A31” ribadisce che «continueremo a fare pressione e opposizione dal basso perché il nuovo Governo riveda il sistema delle concessioni e delle opere pubbliche, troppo spesso obsolete e non più rispondenti alle esigenze del territorio, volte soltanto a favorire potentati e imprenditori locali, consentendo di mantenere una rendita di posizione finanziaria in regime praticamente monopolistico. Ora vedremo se, considerando anche la sentenza del Consiglio di Stato di gennaio 2019 che ha azzerato l’iter approvativo e progettuale dell’opera, qualcuno vorrà insistere nel portarla avanti contro ogni buonsenso e contro ogni pretesa di legalità».

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