Dai boschi del NordEst devastati da Vaia il combustibile per l’energia pulita dell’Emilia Romagna

Le biomasse legnose alimentano le centrali di Russi (Ra) e Finale Emilia (Mo). Previsto l’utilizzo in un triennio di circa 500.000 tonnellate di legname vergine proveniente dalle zone colpite l'autunno scorso dalla tempesta che ha raso al suolo 40.000 ettari di foreste secolari.

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Dalle foreste del Veneto, devastate nell’autunno scorso dalla furia del ciclone Vaia, all’energia pulita per far funzionare case, scuole, ospedali e fabbriche: L’Emilia Romagna è protagonista di un’iniziativa di solidarietà in aiuto alla Regione Veneto, tuttora alle prese con le conseguenze della terribile tempesta di vento che nella notte tra il 28 e il 29 ottobre dello scorso si è abbattuta sui versanti delle montagne al confine con Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia, radendo al suolooltre 40.000 ettari di foreste secolari.

Una catastrofe ecologica senza precedenti per l’Italia che nel marzo scorso ha spinto il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, a chiedere l’aiuto dell’Emilia Romagna per facilitare le operazioni di pulizia dei boschi al fine di accelerare la rimozione degli alberi schiantati per evitare l’insorgenza di problematiche fitosanitarie e favorire nel più breve tempo possibile il ripristino delle normali condizioni ambientali, compresa la salvaguardia degli habitat degli animali selvatici.

La richiesta di Zaia è stata accolta dal presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, sentiti i comuni che hanno condiviso la scelta solidale. Il materiale legnoso, grazie ad un’autorizzazione temporanea, andrà ad alimentare le due centrali termoelettriche a biomasse di Russi (Ra) e Finale Emilia (Mo). Il provvedimento adottato di concerto con Arpae (Agenzia regionale per la prevenzione, l’ambiente e l’energia) è in deroga alle prescrizioni della Valutazione di impatto ambientale che nel concedere il benestare alla realizzazione dei due impianti aveva imposto l’utilizzo esclusivo di materia prima certificata in arrivo da località poste entro il raggio massimo di 70 chilometri di distanza degli impianti.

La deroga concessa, rinnovabile in caso di necessità, avrà una durata di tre anni nel caso dell’impianto di Russi, la centrale più importante in termini di potenza generata. Un impianto che per la produzione di elettricità da energia pulita potrà utilizzare il materiale legnoso proveniente dal Veneto fino al 40% del totale annuo, per un quantitativo complessivo nel triennio di circa 350.000 tonnellate. Un volume di oltre tre volte superiore rispetto alle quantità destinate all’impianto nel modenese, di proprietà del Fondo F21 SGR, che è già in funzione.

Non è invece ancora operativo l’impianto di Russi, targato PowerCrop, joint venture paritetica tra lo stesso fondo e il gruppo Maccaferri di Bologna. Attualmente sono in corso le prove di messa a regime dell’impianto, test che dovrebbero concludersi a fine settembre. L’avvio dei primi rifornimenti di legname dal Veneto e l’entrata in funzione sono previsti a novembre.

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