I due errori di Zaia sull’autonomia

«Troppa retorica iniziale che ha inquinato il dibattito».  Di Piero Cecchinato, studio legale AvvEComm di Padova 

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A distanza di due anni dal referendum veneto sull’autonomia, più ne parlo e più mi rendo conto di quanto la retorica inzialedella nostra giunta abbia inquinato il dibattito. La fuorviante narrazione sul residuo fiscale, la pretesa di trattenere sul territorio i 9/10 del gettito, mischiate ad arte con il regionalismo differenziato dell’art. 116 Cost., hanno lasciato il segno.

Zaia ha commesso due errori. Il primo è stato quello di inquinare la richiesta di condizioni particolari di autonomia – costituzionalmente legittima – con pretese costituzionalmente illegittime (i 9/10 del gettito con connessa cancellazione o riduzione della perequazione). Il secondo è stato quello di non vedere che alla fine del processo vi stava un imbuto.

L’aver scelto, all’inizio, di incentrare la battaglia sul residuo fiscale (la differenza fra quanto lo Stato preleva in tasse sul territorio e quanto restituisce in servizi) ha sicuramente aiutato Zaia a radicalizzare il consenso attorno a sé, ma, al contempo, ha fornito buonissimi argomenti alla politica meridionale e agli avversari del regionalismo differenziato per avversare la riforma.

Il secondo errore è stato quello di non vedere che alla fine del percorso vi stava l’ostacolo più grande. L’art. 116 Cost. stabilisce infatti che l’intesa stipulata fra lo Stato e le Regione vada poi ratificata con legge del Parlamento a maggioranza assoluta (la metà più uno di tutti i parlamentari).

Zaia non ha considerato di aver bisogno dei voti del Meridione, scegliendo un’impostazione retorica che ha allontanato notevolmente l’obiettivo.

Le premesse andavano invece poste in quest’ordine:

1.   con il regionalismo differenziato la perequazione e la solidarietà non vengono meno e il Veneto continuerà ad avere un residuo fiscale negativo, perché, come in ogni ordinamento federale, i territori che hanno di più danno di più (per non avere residuo fiscale si deve secedere);

2.   ogni riforma che avvicini, in senso federale, il centro di spesa al cittadino va perseguita, perché incentiva il senso di responsabilità del governante;

3.   le politiche per il Meridione finora non hanno dato i frutti sperati, le risorse vengono elargite in forma assistenziale e il regionalismo differenziato può fornire l’occasione per rendere più efficace il supporto dovuto al Sud del nostro Paese.

La distorta impostazione di Zaia è andata nel tempo affievolendosi, ma è rimasta ben scolpita nella mente degli avversari della riforma.

In questo contesto, solo la legge quadro annunciata dal ministro Fracnesco Boccia (ossia una legge nazionale che detti i principi di attuazione dell’art. 116 Cost. a cui poi dovranno conformarsi le singole intese Stato-Regioni) potrà consentire di superare un ostacolo che l’impostazione politica della Giunta veneta ha contribuito a rendere insuperabile.

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