Consumi di Natale in calo: secondo Confcommercio spesa totale di 120 miliardi

In dieci anni calo del 30% gli acquisti per i regali. Cresce il ruolo del commercio elettronico.

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Uno dei segnali che evidenzia l’encefalogramma piatto dell’economia italiana è costituito dalla spesa per i consumi di Natale per i regali e le festività di fine anno, dove l’arrivo delle tredicesime, oltre a consentire il pagamento di debiti, tasse, mutui, assicurazioni, bolli, ecc., solitamente concorreva ad aumentare la spesa delle famiglie. Così nel 2019 non sarà secondo la previsione La categoria ha valutato i vari flussi di spesa delle famiglie a dicembre che ammontano ad un totaledi circa 120 miliardi di euro: l’11,6% va per l’abbigliamento, 13% per elettrodomestici, 12,3% per informatica e Tlc, oltre alla copertura delle spese accennate in apertura.

Il totale della spesa destinato ai consumi di Natale sarà di 29,1 miliardi, il 14,7% in più dello scorso anno, e pari ad una spesa familiare di circa 1.291 euro, un dato che calcolato a prezzi costanti genera un calo effettivo dell’1% rispetto al 2018.

I valori pro capite di spesa e reddito disponibili a prezzi costanti sono ancora lontani rispetto ai picchi del 2007: mancano ancora 850 euro di consumi, nonostante l’incremento della quota delle tredicesime disponibile per i consumi (35,7 miliardi contro i 35 dello scorso anno).

La spesa media pro capite per i regali di Natale non cambierà attestandosi a 169 euro. Cala la percentuale degli italiani che prevedono un Natale dimesso (68,7% contro 70%), mentre aumenta quella di chi effettuerà regali (86,9% contro 86,3). Di fatto, secondo Confcommercio, nel giro di dieci anni la spesa media pro capite per i regali di Natale ha subito una flessione del 30,7%.

Uno dei tanti dati che confermano la fase di stagnazione economica sempre più a cavallo di una recessione, con un marcato senso di sfiducia da parte delle famiglie che mostrano una maggiore propensione al risparmio cautelativo, utilizzando per i regali solo una minima parte delle tredicesime.

L’analisi di Confcommercio prosegue valutando la ricchezza disponibile delle famiglie che in dieci anni è notevolmente scesa, soprattutto in campo immobiliare, mentre la consistenza dei patrimoni finanziari è sostanzialmente stabile, con gli investimenti nella liquidità a fare la parte del leone rispetto ad investimenti professionali, dove le intermediazioni e le provvigioni finiscono praticamente con l’azzerare i magri guadagni.

Secondo Confcommercio cambiano i consumi di Natale: dei 1.278 euro disponibili a famiglia, soltanto 594 euro passeranno dai negozi tradizionali, in calo rispetto ai 640 euro del 2008 a vantaggio dei canali del commercio elettronico, monopolizzatoda pochi, giganteschi protagonisti, che stanno cambiando in profondità il panorama commerciale, sfruttando anche la loro capacità di ridurre notevolmente il carico fiscale gravante sulla loro attività approfittando della fiscalità di vantaggio garantita da tanti paesi, finendo con l’ingenerare una colossale concorrenza sleale a danno dei negozi tradizionali.

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