Autonomia, dal vertice di Palazzo Chigi nulla di fatto

Zaia: «raccapricciante, riforma autonomia ancora bloccata». Fontana: «governo incapace di riforma seria. Non possiamo più accettare di essere presi in giro». 

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Ancora una fumata nera sull’orizzonte della maggiore autonomia chiesta con un referendum dalle regioni Veneto e Lombardia cui hanno partecipato oltre 5,5 milioni di elettori nel 2017, cui si è aggiunta con un percorso differente anche l’Emilia Romagna: dal vertice notturno di Palazzo Chigi della maggioranza del governo BisConte è uscito il solito immobilismo che ha fatto infuriare i governatori delle regioni, stufi di attendere fatti che non arrivano mai.

«Trovo raccapricciante quanto emerso dalla riunione di maggioranza sull’autonomia. Un tavolo che aveva trovato un punto di faticoso, ma sostanziale equilibrio con tutte le Regioni, equilibrio che si sperava si consolidasse in sede governativa, torna ad essere bloccato sul punto della riforma delle riforme di questo Paese, quella destinata davvero a fargli cambiare pelle – afferma il governatore del Veneto, Luca Zaia -. A volte ritornano? Ritorna Matteo Renzi, ritorna Italia Viva, ritornano gli stessi interlocutori che nel 2014 hanno impugnato la legge sul referendum inchiodandoci 13 mesi di fronte alla Corte Costituzionale prima che riuscissimo a portare a casa una sentenza favorevole al Veneto. Ritornano quelli che, nonostante l’autorevolissima pronuncia, tentarono con ogni mezzo di impedirci di celebrare la consultazione. Io spero che il governo, se esiste, se ha i numeri – dice ancora Zaia -, batta un colpo. Altrimenti è bene che vadano tutti a casa. Gli eletti dal popolo, i governatori delle Regioni, al tavolo convocato qualche settimana fa dal ministro Boccia chiesero di andare avanti con questa riforma. Questa è la prova che a Roma, a rappresentare il popolo, non c’è nessuno».

Preoccupazione sul futuro dell’autonomia anche per il governatore lombardo, Attilio Fontana: «è certo che i dubbi, le perplessità e le preoccupazioni che avevo espresso all’inizio di questo percorso si stanno rivelando fondate. Temo che questo governo non sia in grado di portare avanti nessuna riforma seria ed importante. Penso che per una questione di rispetto nei confronti dei cittadini Lombardi e Veneti che hanno votato al referendum e dei governatori che si sono impegnati per portare avanti questo progetto, al governo debbano almeno avere il buon gusto di dire cosa ne pensano e qual è la loro decisone. Non possiamo più accettare di essere presi in giro con tentativi di portare sempre la palla avanti, senza arrivare a una risposta. Ci dicano cosa vogliono fare».

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