Divieti austriaci sulla tratta del Brennero, inutilmente allarmistiche le reazioni dei trasportatori

Anita Confindustria rilancia sul tema della penalizzazione dell’export italiano e sulle pratiche di concorrenza sleale del Tirolo nei confronti delle imprese di autotrasporto straniere. 

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tratta del brennero corridoio verde europeo

Sempre molto caldo il tema dei divieti settoriali di circolazione delle merci e dei camion più inquinanti sulla tratta del Brennero, soprattutto dopo l’entrata in vigore di nuovi e più severi divieti di circolazione e al trasporto delle merci nel Tirolo austriaco.

Come sempre, la questione è divisiva: c’è chi applaude come il fronte ambientalista che propone di estendere i divieti austriaci vigenti sulla tratta del Brennero anche sulla parte italiana, dal confine fino a Verona. Dall’altro, c’è il fronte produttivo della manifattura e dell’autotrasporto che lamenta penalizzazioni e pratiche anticoncorrenziali su cui la Commissione europea dovrebbe vigilare (e intervenire) con maggiore decisione e tempestività.

«La lettera consegnata dal ministro dei Trasporti italiano, Paola De Micheli, nel dicembre scorso alla nuova commissaria Ue ai trasporti, Adina Valean, nella quale paventava il rischio del blocco del passaggio delle merci al Brennero al seguito dell’entrata in vigore dei provvedimenti di contingentamento del traffico pesante deliberati dall’Austria, si è rivelata inutilmente allarmisticaafferma Dario Balotta, presidente dell’Osservatorio Trasporti (ONLIT) -. Le iniziative volte ad una maggiore sostenibilità ambientale che il Tirolo ha annunciato e poi adottato dal primo gennaio 2020 di restrizione del traffico pesante di attraversamento con il divieto di circolazione ai Tir fino a Euro 6 immatricolati prima del 31 agosto 2018 in transito sul territorio austriaco e alcune altre limitazioni merceologiche non hanno provocato nessun blocco e nessuna particolare situazione di disagio come avevano suggerito di annunciare a gran voce le categorie dell’autotrasporto. Le restrizioni hanno positivamente (solo) incentivato gli autotrasportatori più inquinanti ad acquistare Tir Euro 6, meglio se alimentati a GNL».

Anche il CIPRA (Vivere nelle Alpi) che raggruppa otto associazioni ambientaliste, è in dissenso con la titolare dei Trasporti italiana che in una recente lettera inviata anche per conoscenza al titolare del ministero dell’Ambiente scrive: «abbiamo appreso del Suo intervento presso la Commissione Europea per contrastare le misure adottate dall’Austria per la riduzione del traffico di transito lungo la tratta del Brennero che secondo la lobby dell’autotrasporto “minaccerebbero di bloccare il passaggio delle merci italiane e di limitare la libera circolazione delle merci”. Riteniamo che il transito delle merci attraverso le Alpi possa essere consentito, ma non ad ogni costo ed a carico dell’ambiente e della salute dei cittadini che vivono lungo le vallate attraversate dal traffico di transito».

Secondo Balotta «stupisce che il ministro De Micheli, che dichiara di sostenete politiche ambientaliste come il suo predecessore grillino Danilo Toninelli, anziché temere fantasiosi blocchi del traffico e minacce alla libera circolazione delle merci sulla tratta del Brennero, non abbia pensato invece a una soluzione di reciprocità, estendendo le restrizioni austriache ai mezzi inquinanti anche sul tratto italiano del corridoio autostradale del Brennero, ovvero dal valico italo-austriaco fino a Verona a vantaggio dell’ambiente e della salute delle popolazioni che abitano il territorio attraversato dall’Autostrada del Brennero».

Sul fronte dell’autotrasporto, Confindustria con Anita rilancia sulla necessità di rimuovere al più presto ogni sorta di blocco o di penalizzazione al traffico commerciale sulla tratta del Brennero.

Assoimprenditori Bolzano ha organizzato un convegno dal titolo “Logistica – Futuro e Prospettive” cui hanno partecipato, oltre che il presidente nazionale dell’associazione dei trasportatori Anita, Thomas Baumgartner, anche Guido Ottolenghi, presidente del gruppo tecnico di ConfindustriaTrasporto Logistica ed Economia del Mare”.

Secondo Baumgartner «c’è una forte correlazione tra il Pil e l’aumento dei trasporti. All’aumentare dell’1% del Pil si osserva un aumento simile dei trasporti. Oggi il 65% del nostro export va verso l’Europa e gran parte di questo viaggia su gomma».

Per Ottolenghi «le restrizioni del Tirolo austriaco ai transiti stradali dal Brennero assumono da anni dei connotati fortemente preoccupanti per le imprese italiane e anche tedesche. Tali misure orientate alla limitazione o regolazione dei flussi, già oggetto dell’intervento delle istituzioni comunitarie, producono effetti distorsivi sugli scambi e, in particolar modo, su specifici comparti produttivi. Ora ci rivolgeremo alla Corte di Giustizia europea: il Tirolo sta salendo mentre le imprese in Trentino Alto Adige stanno diminuendo».

Quanto alle possibili soluzioni, Ottolenghi rilancia sulla necessità «di costituire, sia a livello locale che nazionale, alleanze politiche e industriali con altri Paesi europei creando un fronte più ampio possibile». Circa le infrastrutture disponibili, secondo Ottolenghi «l’attuale linea ferroviaria del Brennero, che potrebbe garantire lo scambio modale è già satura e nell’attesa del completamento della galleria del Brennero nel 2027 e l’entrata in funzione nel 2030 la strada rimane la modalità più performante e economicamente migliore».

Ottolenghi ha rilanciato anche sul tema della concorrenza sleale che il Tirolo sta facendo nei confronti delle imprese dell’autotrasporto dei paesi confinanti: «alla logistica austriaca non si applicano le stesse leggi che invece si applicano ai vettori stranieri. Secondo le stime del MIT quasi il 60% in valore dell’export e dell’import italiano passano attraverso le Alpi. La maggior parte viaggia attraverso il Brennero, asse fondamentale di collegamento del nostro Paese con i grandi mercati del centro e nord Europa».

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