Fondi dell’Unione europea: a Venezia il tavolo di partenariato per la programmazione 2021-2027

Disponibili oltre 1,5 miliardi di euro. Veneto seconda regione in Italia per utilizzo fondi europei. 

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Il governatore del Veneto, Luca Zaia.

L’Università Iuav a Venezia ha ospitato l’avvio del Tavolo di partenariato congiunto per la gestione dei fondi dell’Unione Europea FSE+, FESR e CTE “Verso il Veneto 2030. Politica di coesione 2021-2027”.

Il governatore della regione Veneto, Luca Zaia, ha aperto i lavori di presentazione del primo documento di analisi a supporto del confronto partenariale, che fa il punto sulla situazione sociale ed economica del Veneto, su quanto è stato realizzatonell’ultimo settennio grazie ai fondi dell’Unione europea e verso quali opportunità indirizzare la programmazione nel prossimo decennio, mediante l’utilizzo delle risorse derivanti dalla politica di coesione 2021-2027.

«Bisogna sfatare la leggenda metropolitana che i fondi comunitari servano a poco, che vengano dispersi in mille inutili rivoli e che gli italiani non sappiano utilizzarli – ha esordito Zaia –: la verità, e lo dimostrano oggettivamente i numeri della programmazione 2014-2020 e le numerose testimonianze di quanti hanno beneficiato di questa opportunità, è che il Venetoquesti finanziamenti li ha utilizzati al meglio, ottenendo risultati invidiabili. La nostra è una Regione che ha fatto una scelta di campo strategica, aumentando consistentemente il peso del proprio cofinanziamento: il Veneto ha saturato per questa partita tutta la sua capacità di spesa al fine di garantire all’utilizzatore ultimo, i cittadini, le imprese e le amministrazioni, di beneficiare concretamente di queste preziose risorse».

Secondo Zaia, «il percorso che inizia oggi ci porterà al traguardo della approvazione dei nuovi programmi operativi del Fondo Sociale Europeo Plus e del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale: per il 2021-2027 noi ci siamo, ci abbiamo creduto prima e continuiamo a credere in questa grande opportunità. Il primo passo di questo percorso è riconoscere il fondamentale ruolo del partenariato e abbiamo deciso di istituire un Tavolo unitario, composto dalle rappresentanze istituzionali, economiche, sociali e ambientali della nostra Regione. Non è un punto di arrivo ma di partenza: coinvolgeremo nella raccolta di proposte e valutazioni tutti i cittadini e per questo abbiamo previsto anche la consultazione online, creando una democrazia digitale reale».

«Ci siamo dati quattro obiettivi fondamentali, quattro grandi aree che saranno poi declinate in vari indirizzi e misure puntuali: imprese, persona, territori e sostenibilità – ha concluso il Governatore – per una disponibilità complessiva di circa 1,5 miliardi di euro, una cifra che sarebbe superiore se Roma si trattenesse meno risorse e le distribuisse ai territori. L’invito ultimo è quello di passare dalla fase del lamento a quello della partecipazione: chi ha buone idee o progetti interessanti li proponga. Ma se qualcuno crede che questa sia una diligenza da assaltare, sappia che si farà male».

Il partenariato, è stato poi confermato negli interventi successivi, è uno dei principi chiave dell’attuazione dei fondi dell’Unione Europea e si basa su un approccio di governance a più livelli volto ad assicurare il dialogo tra le autorità di gestione dei programmi operativi, le istituzioni pubbliche e le parti economiche e sociali, con il valore aggiunto di raccogliere le istanze del territorio e di garantire la trasparenza dei processi decisionali. Nei prossimi mesi seguiranno ulteriori occasioni per condividere una comune visione del futuro, identificare le priorità di intervento e definire una programmazione vicina ai bisogni dei cittadini veneti. Cinque sono gli Obiettivi di policy (OP) per il periodo di programmazione 2021-2027 che descrivono il quadro di azione per lo sviluppo e l’innovazione della Regione:

–       un’Europa più intelligente: trasformazione economica innovativa e intelligente: descrive la struttura del tessuto produttivo, lo sviluppo della ricerca e innovazione e l’attenzione a una produzione più responsabile nei confronti dell’ambiente e della società;

–       un’Europa più verde e a basse emissioni di carbonio: affronta il tema ambientale nei suoi vari aspetti, come inquinamento, verde pubblico, efficienza energetica anche attraverso l’utilizzo delle energie rinnovabili, gestione del ciclo dell’acqua, economia circolare;

–       un’Europa più connessa: mobilità e connettività regionale alle TIC2: analizza la mobilità di persone e merci in base alla disponibilità delle infrastrutture fisiche, affrontando anche il tema dell’infrastrutturazione digitale;

–       un’Europa più sociale attraverso l’attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali: focalizza l’attenzione sugli elementi chiave per il miglioramento del benessere collettivo come l’istruzione, l’accesso al mercato del lavoro e le pari opportunità, protezione sociale e inclusione;

–       un’Europa più vicina ai cittadini attraverso la promozione dello sviluppo sostenibile e integrato delle zone urbane, rurali e costiere e delle iniziative locali.

L’assessore all’istruzione, alla formazione, al lavoro e pari opportunità della Regione, Elena Donazzan, ha riassunto nel suo intervento i notevoli successi conseguiti con il programma operativo del Fondo Sociale Europeo a supporto della crescita del capitale umano, dell’inclusione, della formazione e del lavoro: «il Veneto è la seconda regione in Italia per efficienzanell’impiego delle risorse disponibili nel 2014-2020, che per il FSE ammontano a 764 milioni di euro, e abbiamo avuto una premialità di 46 milioni utili al sistema competitivo del territorio regionale».

Fedrico Caner, assessore alla programmazione, fondi UE, turismo, commercio estero, ha ricordato che per quanto riguarda il POR FESR 2014-2020 la Regione del Veneto ha già utilizzato ben 524,5 milioni di euro. «Nel prossimo ciclo 2021-2027 – ha anticipato –, da una parte consolideremo le azioni già intraprese che stanno dando ottimi risultati e dall’altra punteremo a fornire ulteriori opportunità di crescita al tessuto produttivo, alla ricerca e all’innovazione e a una produzione più rispettosa dell’ambiente e della società».

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