Coronavirus, tir dalla Germania fermo al Brennero perché l’autista si rifiuta di proseguire in Italia

Conftrasporto: «intervenga il governo». Uggè, vicepresidente Confcommercio: «effetto boomerang di una comunicazione incosciente». 

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Tir solo su prenotazione in A22 divieto di guida notturna

Si registrano le prime conseguenze extra sanitarie dovute alla diffusione del coronavirus: un Tir proveniente dalla Germania che avrebbe dovuto consegnare materiali edili a Gorizia per i lavori di sistemazione di una scuola, è rimasto fermo al Brennero, perché non si trovano autisti disposti a guidarlo in Italia.

Secondo quanto si è appreso, i conducenti dei Tir non sarebbero soltanto impauriti dalla possibilità di contrarre il coronavirus, ma vogliono evitare l’eventuale quarantena che potrebbe essere loro imposta al rientro in patriafermandosi così per 15 giorni con conseguente perdita di stipendio in quegli stati che hanno decretato il bando all’Italia.

«Tutto questo è inammissibile – sbotta il vicepresidente di Confcommercio e Conftrasporto, Paolo Uggè -. Siamo alla psicosi, che dilaga grazie a una cattiva informazione, a una campagna di comunicazione fatta con i piedi, che ci sta tornando indietro come un boomerang, con gli interessi».

«La prima manovra da fare per contrastare l’epidemia di coronavirus è nominare un commissario straordinario che gestisca il nodo della comunicazione, che faccia chiarezza evitando una pericolosissima disinformazione – prosegue Uggè -. Una persona che possa coordinare il tutto evitando che venga invece alimentato l’allarmismo che sta contagiando il Paese e che minaccia di avere conseguenze gravissime sull’economia italiana».

Secondo il vicepresidente di Conftrasporto e di Confcommercio, «stiamo già pagando un salatissimo conto. Un esempio su tutti: in Valle Seriana, in provincia di Bergamo, abbiamo aziende che rischiano di perdere 100.000 euro al giorno, con dipendenti in cassa integrazione o licenziati. Una catastrofe economica che non riguarda certo solo le zone rosse. In Cina si sta riprendendo a lavorare? Ma se le merci che arrivano in Italia, Paese dove le materie prime vengono trasformate, non trovano i nostri porti in grado di funzionare e quelle merci vengono dirottate su porti stranieri, rischiamo di perdere, solamente in dazi, oltre 1,3 miliardi di euro».

Uggè lancia un appello al governo BisConte: «quanto accaduto oggi al Brennero potrebbe essere solo l’inizio di un fenomeno che potrebbe avere conseguenze devastanti. Il nostro governo deve intervenire su questo gravissimo episodio, i cui protagonisti, c’è da giurarci, avranno sicuramente degli emuli».

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