Blocco dei confini italiani: l’Austria allenta, mentre la Slovenia rafforza lo stop

Le pressioni italiane sul Tirolo e sull’Austria sembrano avere effetto. Non così sul fronte sloveno, dove si è arrivati al blocco dei Tir. Lettera di Conftrasporto alla Commissione Ue. 

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Blocco dei confini italiani
La coda di Tir in attesa al valico di Fernetti Trieste.

Ancora una puntata poco gloriosa dell’Europa latitante in tema di libera circolazione di merci e persone con il blocco dei confini italiani nell’epoca della pandemia di coronavirus che sta colpendo l’intero continente.

Se sul fronte austriaco la situazione pare andare verso una normalizzazione con il rallentamento dei controlli sugli autistidei Tir in transito che nei giorni scorsi hanno causato colossali ingorghi sulle reti stradali di accesso ai principali valichi di confine, viceversa la situazione si va aggravando sul fronte sloveno.

L’Austria sospende, fino al 3 aprile, il divieto di transito il sabato e nei festivi dalle ore 7.00 alle 22.00 per i mezzi pesantioltre 7,5 tonnellate su tutto il territorio nazionale per garantire i rifornimenti durante l’emergenza coronavirus. La decisione è del ministro alle Infrastrutture Leonore Gewessler ed è stato preso in accordo con Italia e Baviera, anche per evitare code ai valichi

Dalla mattinata di venerdì le autorità slovene hanno bloccato lungo il confine con l’Italia l’accesso a tutti gli automezzioltre 3,5 tonnellate che non abbiano targa slovena. Possono invece passare quelli con targa italiana soltanto se diretti in Slovenia e con merce deperibile, non in transito. Di fatto, la Slovenia ha vietato il transito di mezzi oltre le 3,5 tonnellatesul proprio territorio. Il traffico di automezzi, camion e Tir viene deviato dalla Polizia di frontiera di Trieste, e delle altre città lungo la linea confinaria, verso l’Austria, da dove poi i veicoli possono proseguire per le varie destinazioni. Ad attraversare la Slovenia sono in gran parte automezzi diretti nei Paesi dell’Europa dell’Est.

Il provvedimento sta causando disagi con code che si sono formate nei pressi dei valichi aperti. Immutate invece le disposizioni che riguardano il transito di autoveicoli con targa italiana: agli automobilisti viene consentito l’accesso in Slovenia soltanto dopo che è stata loro misurata la temperatura corporea.

Le restrizioni all’ingresso dei Tir alla frontiera italo-slovena sono state decise da un decreto d’urgenza del governo sloveno. Le ragioni del provvedimento sarebbero nelle lunghissime code che si sono create da un paio di giorni al confinecon la Croazia, che “filtra” pochissimi Tir in ingresso dalla Slovenia. Per evitare che si creasse una sorta di “tappo”, il governo di Lubiana avrebbe prima tentato di deviare il traffico pesante via Ungheria, salvo scontrarsi con simili chiusure decise da dal governo ungherese in serata, innescando un vizioso domino di divieti al trasporto delle merci su gomma.

Una situazione che ha destato la reazione di Conftrasporto-Confcommercio che ha denunciato l’insostenibilità dei divietial transito tra i paesi comunitari alla Commissione europea.

«Le segnalazioni che ci arrivano dai nostri autotrasportatori sono allarmanti – scrive nella missiva alla Commissione (e per conoscenza al governo italiano) il vicepresidente di Confcommercio e Conftrasporto, Paolo Uggè -. Sottoponiamo alla Vostra attenzione l’attuale criticità e i gravissimi problemi che stanno investendo il settore dei trasporti stradali in seguito all’emergenza sanitaria legata al COVID-19 nel territorio dell’Unione e in particolare ai confini con Austria, Slovenia e Croazia. Se da un lato può essere condivisa la generalizzata sensibilità al fenomeno epidemiologico da parte delle autorità di alcuni Stati membri, è inaccettabile che tali prassi incidano in modo disomogeneo e unilaterale sulla libera circolazionedelle merci e sulla libera prestazione dei servizi, impedendo o, comunque, rendendo estremamente laboriosa la circolazione ai veicoli che trasportano beni provenienti dall’Italia».

«Tutto ciò è in palese contrasto con le libertà fondamentali della Unione e del testo basato sulla: (1) libera circolazione delle merci; (2) libera circolazione delle persone; (3) libera prestazione dei servizi; (4) libera circolazione dei capitali. Principi che, ad oggi, sono disciplinati dal Trattato sul funzionamento della Unione Europea (“TFUE”), la cui inosservanza costituisce una violazione del diritto unionale stabilito nello stesso trattato» conclude Uggè.

Oltre che a Trieste, la situazione è particolarmente grave a Gorizia al valico di Sant’Andrea, dove sono fermi centinaia di mezzi. «Si sta formando una situazione drammatica – afferma il sindaco di Gorizia, Rodolfo Ziberna -. Abbiamo messo subito a disposizione i 400 stalli per i camion presso il confine. In questo momento, 250 sono già stati occupati e abbiamo spazio per circa 150 camion: fra pochissimo, forse già entro il primo pomeriggio, sarà saturo anche questo posteggio».  Una situazione che, secondo il sindaco Ziberna, «ingenera forti problemi igienicosanitari e la necessità di alimentare questi camionisti, che si trovano in una situazione di emergenza, senza poter entrare né uscire»

Il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, nel sollecitare l’intervento dell’evanescente ministro degli Esteri italiano, tal Luigi Di Maio, afferma che «assumere iniziative unilaterali e divisive, specie in presenza di una pandemia con pesanti riflessi di carattere economico e occupazionale, appare irresponsabile e scorretto nei confronti di un intero Paese, l’Italia, ma anche di una regione quale il Friuli Venezia Giulia, che hanno sempre coltivato un rapporto leale e pienamente collaborativo con i Balcani».

Fedriga sottolinea al ministro «l’assoluta esigenza di rappresentare agli Stati di Slovenia, Croazia, Bosnia Erzegovina e Serbia di rivedere le rispettive posizioni assunte in tema di chiusura dei confini. E’ pertanto irragionevole acconsentire che si disponga di iniziative sporadiche, non coordinate e soprattutto non condivise tra gli Stati. Un tale agire ha come unico esito – prosegue Fedriga – di limitare il transito delle merci e rallentare gli indispensabili rifornimenti alle imprese di ogni nazionalità, necessari a fare fronte all’immanente emergenza».

Infine, ConftrasportoConfcommercio denuncia i sempre più diffusi divieti di accesso ai servizi igienici delle varie aziende a danno degli autisti dei camion, cosa che «di fatto finisce per non fare rispettare gli obblighi di igiene previsti dal governodenuncia Uggè -. Una situazione che danneggia pesantemente gli autisti impegnati nel rifornimento degli alimentari e dei generi sanitari, impediti nel lavarsi le mani o di espletare le necessità fisiologiche. Una cosaparticolarmente pesante soprattutto per le donne impegnate nei servizi».

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