Coronavirus: è emergenza occupazione nel comparto agricolo

La paura del contagio ha tenuto lontani i lavoratori avventizi provenienti dai paesi dell’Est Europa. Per evitare di bloccare l’attività utilizzare i titolari del reddito di cittadinanza. Al via un bando da 1.000 posti curato da agenzie interinali. 

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emergenza occupazione nel comparto agricolo

E’ emergenza occupazione nel comparto agricolo: il Coronavirus ha avuto pesanti ricadute anche sul settore primario come denunciano coralmente Confagricoltura e Coldiretti, che lamentano la mancanza di migliaia di lavoratori avventizi solitamente provenienti dai paesi dell’Est Europa, che ora rifiutano l’ingaggio in Italia per timore del contagio e per il rischio di dovere subire una quarantena al loro rientro nei paesi di origine al termine dell’incarico.

A poco più di due settimane dall’avvio delle attività nelle campagne causa una primavera precoce, è necessario che il governo BisConte ed il ministro del Lavoro Nunzia Catalfo intervengano per sostenere il comparto agricolo assicurando la disponibilità della manodopera necessaria per evitare il blocco delle attività.

La stessa agenzia di lavoro interinale OpenjobsMetis ha lanciato un bando per trovare urgentemente 1.000 operatori da destinare al comparto agroalimentare italiano, anche prive di precedente esperienza nel settore, stante l’emergenza occupazione nel comparto agricolo.

Come se ne esce evitando che il comparto primario subisca pesanti danni economici, oltre al rischio di privare i cittadinidi vasta parte dell’offerta ortofrutticola nazionale? «Stabilendo l’obbligo per tutti i percettori del reddito di cittadinanza di lavorare presso le aziende agricole che ne abbiano la necessità, pena la perdita del beneficio pubblico – suggerisce il deputato Bellunese di Forza Italia, Dario Bond -. Si tratta di una soluzione di elementare buon senso, volta ad assicurarequel lavoro che era tra le finalità precipue del reddito di cittadinanza grillino fin dalla sua attivazione, che nei fatti successivi si è tramutato solo in una mera erogazione economica assistenzialistica. Ora c’è l’occasione per trasformareil reddito di cittadinanza in reale avvio alla produzione, anche in segno di solidarietà al resto del Paese che soffre».

Un’occasione che il governo BisConte e il ministro Catalfo non devono farsi sfuggire. Sempre che ne siano capaci di farlo rapidamente e bene, sapendo resistere alle sirene che cantano in coro “Non si può costringere un percettore di reddito a lavorare a prescindere”. E’ ora di finire con il prendere in giro i cittadini onesti e pagatori del reddito di cittadinanza a sfaticati patentati la cui unica utilità sociale è il voto clientelare.

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