Ihs Markit, nel 2020 tracollo (-12%) del mercato auto mondiale

Stimata una perdita di 10 milioni di pezzi. In Europa calo del 13,6% a 15,6 milioni di veicoli. 

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La pandemia da Coronavirus rischia di provocare nel settore automobilistico una crisi di gran lunga superiore a quella subita nel 2008: secondo la società di ricerche Ihs Markit, il mercato auto mondiale del 2020 è destinato a crollare di oltre il 12%, a fronte dell’8% registrato durante i due anni di recessione globale tra il 2008 e il 2009, che portarono al fallimento della General Motors e della Chrysler.

La previsione della Ihs Markit si basa su una valutazione dell’andamento della domanda alla luce delle misure di prevenzione varate nelle ultime settimane in diversi Paesi del mondo, le chiusure di fabbriche automobilistiche e le limitazioni imposte sulle concessionarie. «Si è verificato uno stallo senza precedenti e quasi istantaneo» con la perditarispetto al 2019 di quasi 10 milioni di veicoli, assestando il mercato globale a 78,8 milioni di unità.

Analizzando i singoli mercati, secondo Ihs Markit quello cinese, insieme all’Europa e al Nord America, dovrebbe subire il peggior calo. Le vendite in Cina dovrebbero attestarsi, nel 2020, a 22,4 milioni di unità, 2,3 milioni in meno rispetto al 2019 (-10%). Il declino, dopo le difficoltà dei primi tre mesi dell’anno, dovrebbe proseguire fino al secondo semestre. In Europa, dove le condizioni di base peggiorano di giorno in giorno, le vendite sono previste in ribasso del 13,6%, a 15,6 milioni di unità, ovvero 1,9 milioni di unità in meno rispetto alle previsioni pre-Coronavirus. Peggiore è la situazione degli Stati Uniti: per Ihs Markit le misure di politica monetaria annunciate dalla Fed e quelle economiche della Casa Bianca sono insufficienti a evitare un crollo dei consumi con vendite in flessione del 15,3% a 14,4 milioni di unità, 2,4 milioni in meno rispetto alla precedente stima.

La pandemia da Coronavirus sta generando un’ulteriore pressione negativa sul mercato auto mondiale già messo a dura prova da altre criticità, cancellando le già deboli prospettive di crescita, con l’impossibilità di un ritorno alla crescita nel breve termine, con le probabilità di un peggioramento della situazione decisamente superiori a quelle di un miglioramento.

In Europa e in Italia le speranze di ripresa del mercato auto sono legate a doppio filo ad un alleggerimento delle politiche ambientalistiche che penalizzano oltremodo il settore, imponendo artatamente il passaggio all’elettrificazione dei veicoli, spostando l’inquinamento ambientale senza ridurlo (si passa dalle emissioni, sempre più contenute, dei carburanti liquidi a quelle delle centrali termoelettriche alimentate a carbone), oltre ad una pressione fiscale che, soprattutto in Italia, penalizza decisamente chi possiede un veicolo, specie se questo è utilizzato a fini aziendali.

Se la politica non si schioda dalle posizioni demagogiche ed ideologiche cui si è inchiodata negli ultimi tempi, soprattuttoin Italia il comparto rischia di aggravare ulteriormente la già precaria situazione occupazionale e il gettito fiscale.

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