Un piano speciale per il sostegno dell’economia dell’Alto Adige

Team K: «un pacchetto di aiuti diretti di 500 milioni di euro immediatamente e un ulteriore, massiccio pacchetto di stimolo economico a partire da Pasqua». 

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sostegno dell'economia dell'Alto Adige

Serve un piano speciale per il sostegno dell’economia dell’Alto Adige. Mentre il governo BisConte a Roma spera di contenere la pandemia da Coronavirus fermando l’orologio dell’intera economia italiana, ci sono milioni di imprenditori e liberi professionisti, oltre ai loro dipendenti e alle loro famiglie, gridano disperati nel silenzio: fate presto!

Secondo l’ex presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, rischiamo «una strage di aziende di proporzioni bibliche». Per evitare lo shock, secondo Paul Köllensperger, leader del Team K in Alto Adige «è necessaria anche un’azione rapida e coraggiosa da parte della nostra Giunta provinciale. Abbiamo bisogno di un Piano Marshall come nell’Europa del dopoguerra, una task force con tutte le forze politiche rappresentate in Consiglio provinciale e le associazioni di categoria degli imprenditori e dei lavoratori, per uscire passo dopo passo da questo drammatico stato di shock in cui versa la nostra economia».

Se il ministro delle finanze tedesco – noto per la sua adesione a politiche che perseguono il pareggio di bilancio – impone da un giorno all’altro al suo Paese nuovi debiti pari alla metà del bilancio della Repubblica federale tedesca, pari a 156 miliardi di euro, «questo dovrebbe essere un segnale chiarissimo anche per la nostra Giunta – afferma Köllensperger -. Al contrario, è quasi una presa in giro che con il voluminoso decretoCura Italia” si versi una tantum di 600 euro, permettendo al fisco di battere cassa pochi mesi dopo, quando le entrate sono ancora minime o nulle. Senza dire dei licenziamenti di centinaia di migliaia di lavoratori, anche sul nostro territorio».

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I componenti del gruppo Team-K nel Consiglio della provincia di Bolzano.

«L’obiettivo ora deve essere quello di fornire liquidità alle aziende altoatesine – e quindi anche ai dipendenti e alle loro famiglie – sotto forma di aiuti diretti – afferma il consigliere provinciale di Team K, Josef Unterholzner -. Se non sosteniamo con iniezioni di liquidità le aziende altoatesine con i loro dipendenti molto rapidamente – e con molto rapidamente intendiamo immediatamente – molte di queste attività cesseranno di esistere in brevissimo tempo. Per giorni ho implorato i leader politici della nostra Provincia di fare finalmente qualcosa. Abbiamo bisogno di azioni e non solo di belle parole e di discorsi. Non è questo il modo di fare».

Team K guarda a quanto accade nelle realtà vicine di Germania, Austria e Tirolo: in Germania, 1/3 del pacchetto di aiuti pubblici per l’emergenza (50 miliardi di euro) viene utilizzato per erogare a ogni piccola impresa e società tra i 9.000 e i 15.000 euro per 3 mesi, direttamente. Idem in Austria: costi quel che costi, ecco 38 miliardi di euro di fondi pubblici, introducendo una regolamentazione del lavoro a orario ridotto con vantaggi per i dipendenti e i datori di lavoro: stipendio pieno per i primi e sgravio per i secondi attraverso l’azzeramento di tutti i costi salariali accessori da parte della mano pubblica per cercare di fronteggiare l’ondata di esuberi di proporzioni inimmaginabili (ad oggi, oltre 150.000). Anche il Tirolo sta mettendo sul tavolo 400 milioni di euro per superare questo difficile momento per la sua economia e questo malgrado il suo bilancio sia molto più piccolo rispetto a quello dell’Alto Adige.

Anche l’Alto Adige deve reagire e deve farlo immediatamente affermano gli esponenti di Team K: «sono necessari da 1,5 a 2 miliardi di euro oltre agli aiuti di Stato, sotto forma di aiuti urgenti e garanzie sui prestiti. Il bilancio provinciale è di 6,2 miliardi di euro, senza debiti e con un rating di tripla A in termini di affidabilità, ed è la leva che ci permetterà di superare il crollo senza precedenti del nostro Pil» evidenziando come nell’immediato «servono subito aiuti diretti ad imprenditori e famiglie per almeno 500 milioni di euro» affermano Köllensperger e Unterholzner.

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