Il bilancio 2020 della regione Friuli Venezia Giulia registrerà mancate entrate di 700 milioni di euro dovuto al blocco dell’economia regionale causato dalla pandemia da Coronavirus, un ammanco che rischia di mettere a serio rischio l’Autonomia speciale e l’esercizio delle sue competenze.
Secondo il governatore regionale, Massimiliano Fedriga, «si tratta di una battaglia per la salvaguardia dell’autonomia dove è fondamentale farci vedere uniti. E’ necessario mandare al Governo un appello chiaro, facendo vedere che siamo una comunità unita, una missiva in cui chiediamo con chiarezza che ci vengano date le risorse» previste dall’accordo con le regioni a Statuto Speciale per un miliardo di euro, auspicando che «si faccia subito un nuovo patto che garantisca che le mancate entrate verranno colmate».
Fedriga è intervenuto durante un’informativa in Consiglio regionale sulla richiesta al Governo di revisione dei patti finanziari Stato-Regione per far fronte «alle mancate entrate stimate in 700 milioni di euro. Ho fatto un passo indietro rispetto alle tempistiche dell’invio della lettera-appello» alla comunità, annunciata la scorsa settimana, per aprire il confronto in Aula.
«Faccio un appello – ha aggiunto Fedriga – a tutte le forze politiche, a tutti i livelli, di fare fronte comune. In questo momento di crisi eccezionale dobbiamo essere uniti e solidali nella difesa dell’interesse collettivo del Friuli Venezia Giulia, perché senza la revisione dei patti finanziari con lo Stato, non saremo in grado di affrontare le criticità provocate dall’emergenza prima sanitaria e ora anche economica da Coronavirus».
Secondo le stime effettuate dalla Ragioneria generale della Regione, a causa del Coronavirus, «si rischiano per il 2020 mancate entrate per 700 milioni di euro». «Solo in questo modo – ha osservato Fedriga – possiamo garantire i diritti sanciti dalla Costituzione, difendendo l’autonomia e le prerogative del nostro territorio. Per questo dobbiamo chiedere un nuovo patto al Governo che possa garantire alla Regione le risorse, drasticamente ridotte a causa dell’emergenza Coronavirus, necessarie all’erogazione di servizi essenziali».
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