Scandalo Dieselgate: il Tribunale federale tedesco condanna Volkswagen

Dovrà risarcire gli acquirenti delle auto del gruppo che hanno avuto motori non corrispondenti alle norme di omologazione. Festeggiano le organizzazioni consumeristiche.

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Il tribunale federale tedesco ha decretato il risarcimento ad un acquirente di un’auto prodotta dal gruppo Volkswagen che ha fatto causa alla casa automobilistica per essere indennizzato dell’intero prezzo della sua auto risultata coinvolta nello scandalo Dieselgate. La sentenza della Corte tedesca segna uno sviluppo positivo che aiuterà le azioni collettive attivate da Euroconsumers in Belgio, Italia, Portogallo e Spagna contro lo scandalo internazionale del Dieselgate che ha visto protagonista il gruppo Volkswagen e che tutte le vittime, indipendentemente dalla nazionalità, devono essere risarcite.

La sentenza del tribunale federale di Karlsruhe, nel dare conferma del precedente provvedimento, rappresenta un duro colpo per il costruttore tedesco, che finora era uscito da diversi procedimenti con pareri favorevoli. 

Il giudice Stephan Seiters ha confermato la sentenza di un tribunale di grado inferiore che ha ordinato al costruttore tedesco di risarcire Herbert Gilbert, un pensionato della Renania-Palatinato che nel 2014 ha speso quasi 31.500 euro per acquistare una monovolume Sharan usata ed equipaggiata con uno dei propulsori diesel EA 189 coinvolti nel 2015 per l’istallazione di un programma di gestione per la manipolazione delle emissioni inquinanti. 

Seiters ha spiegato, nella sua sentenza, che Gilbert ha il diritto di restituire l’auto alla Volkswagen e di ottenere un rimborso previa la deduzione della svalutazione del veicolo per i chilometri percorsi. Il cittadino aveva avviato una causa civile per ottenere il rimborso integrale del prezzo corrisposto, ma la Corte d’appello tedesca, nel valutare il deprezzamento causato dall’usura del veicolo per l’utilizzo negli ultimi 5 anni, ha riconosciuto un risarcimento di poco più di 25.600 euro.

La pronuncia di Seiters, secondo il quale la Volkswagen ha «ingannato consapevolmente e sistematicamente per diversi anni le autorità» per perseguire un profitto economico e ha comunque prodotto un danno ai suoi clienti nonostante la possibilità di utilizzo del veicolo, potrà essere presa come modello per migliaia di cause legali ancora pendenti in diversi tribunali tedeschi di grado inferiore.

Questa è una grande vittoria, non solo per Gilbert, ma per le vittime del Dieselgate in tutta Europa che stanno ancora aspettando un risarcimento dal gruppo automobilistico tedesco che con il suo comportamento truffaldino non solo ha causato maggiore inquinamento ambientale, ma pure delegittimato una tecnologia motoristica sviluppata in Europa (e concepita in Italia) a favore di una corsa cieca verso un’elettrificazione che sta comportando più problemi di quelli che si vorrebbero risolvere, ad iniziare da quelle geopolitici e dalla dipendenza delle tecnologie e materiali dove la Cina esercita un monopolio di fatto. Le azioni di classe di Euroconsumers in Belgio, Italia, Portogallo e Spagna si stanno svolgendo con successo: tutte le vittime di Dieselgate devono essere risarcite.

Il Dieselgate non è stato un problema esclusivamente tedesco: lo scandalo ha coinvolto almeno 11 milioni di automobili, 8 delle quali sono state vendute in Europa a consumatori inconsapevoli convinti dai messaggi pubblicitari diffusi dal gruppo Volkswagen. La maggior parte delle vittime europee del Dieselgate non ha ancora ricevuto alcun risarcimento: la sentenza del tribunale tedesco apre ora la strada alle organizzazioni consumeristiche di Euroconsumers (Test Achats in Belgio, OCU in Spagna, Altroconsumo in Italia e Deco Proteste in Portogallo) di supportare fattivamente le loro azioni collettive contro il gruppo Volkswagen, che si stanno svolgendo con successo. «La sentenza appena emessa in Germania rafforza la nostra affermazione secondo cui tutte le vittime europee di Dieselgate dovrebbero essere trattate allo stesso modo e ricevere un equo compenso» afferma Marco Pierani, responsabile delle relazioni pubbliche di Euroconumers.

La sentenza tedesca è stata commentata positivamente anche da Ivo Tarantino, responsabile comunicazione di Altroconsumo: «questa decisione segna un momento storico, una nuova dimostrazione indiscutibile del diritto di risarcimento nello scandalo Dieselgate e chiarisce l’ammontare del danno subito dai consumatori. La sentenza tedesca costituisce un precedente importante per i consumatori di tutta Europa. A 5 anni dall’esplosione dello scandalo e 3 dall’inizio della class action promossa da Altroconsumo in Italia, riteniamo che Volkswagen non possa più venire meno alle sue responsabilità: basta con i rinvii, è ora di risarcire gli oltre 75.000 consumatori italiani che si sono uniti alla nostra battaglia e pretendono giustizia».

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