La Lombardia riparte con il turismo dalle città d’arte ai laghi, la montagna, la pianura

Magoni: «siamo pronti per accogliere in sicurezza e con amicizia chi desidera conoscere meglio un territorio ricco di stimoli, dalla cultura alla storia e all’enogastronomica».

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Panorama del lago di Como.

Le regioni italiane sono pronte a ripartire post pandemia da Coronavirus e tra queste la Lombardia punta da subito a rilanciare sul turismo, uno dei motori dell’economia regionale che ha fortissimi riflessi anche su altri aspetti dell’economia regionale, dalla mobilità ai prodotti tipici.

Lara Magoni, assessore regionale al turismo, marketing territoriale e moda, già campionessa della Nazionale di sci con cinque Mondiali e tre Olimpiadi all’attivo, presenta la campagna di rilancio del settore e le strategie per riportare i turisti sul territorio lombardo.

Assessore Magoni, anche la Lombardia scalda i motori per il rilancio in grande stile del turismo.

Sono convinta che la regione Lombardia si rilancerà da sola dopo due mesi di chiusura. Le protagoniste saranno sicuramente le montagne e i laghi, senza tralasciare la pianura con i suoi numerosi borghi e castelli, oltre le città d’arte. A chi ci offende per promuovere la propria offerta turistica, come certi vergognosi spot del Trentino, poi ritirati a frittata fatta, la Lombardia punta su sé stessa mostrandosi orgogliosa in tutta la sua bellezza, senza spacciare per proprie quelle altrui. Partendo da Milano, rilanceremo, oltre la città e i suoi tantissimi luoghi d’arte e di cultura, anche i Navigli connessi con la figura di Leonardo da Vinci, grande artefice delle opere d’ingegneria idraulica della città. Punteremo anche sul turismo interessato alle attività all’aria aperta, con tantissimi sport possibili sul territorio: dalla bicicletta alle arrampicate all’escursionismo, alle attività sui tanti laghi e fiumi. Sarà un’estate all’insegna del dinamismo di un turismo attivo. Ma questo non esclude anche il turismo religioso, con i tanti santuari che il territorio ospita, luoghi che saranno probabilmente molto frequentati soprattutto dai residenti che desiderano ritrovare una propria dimensione spirituale nel post Coronavirus.

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L’assessore al turismo, marketing territoriale e moda della regione Lombardia, Lara Magoni.

Sarà anche una regione da gustare con tutti i cinque sensi…

Regione Lombardia, nonostante sia la principale realtà manifatturiera del Paese, è la più grande realtà agricola d’Italia con oltre 250 prodotti agroalimentari tradizionali, 20 Dop, 14 Igp e 41 vini Doc, Docg e Igt, spazianti dai prodotti della trasformazione del latte, come i numerosi formaggi, ai salumi, al pesce (con quest’ultimo che annovera nel Bresciano anche una delle più prestigiose produzioni di caviale del mondo) ai tantissimi prodotti dell’agricoltura, dai cereali al vino.

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I prodotti tipici della Lombardia.

Una delle leve dell’offerta turistica lombarda sarà l’enoturismo?

Sicuramente assieme al cosiddetto “turismo dolce”, fatto di brevi escursioni di prossimità, da provincia a provincia. La tendenza post Coronavirus sarà il limitare gli spostamenti a lungo raggio, preferendo l’utilizzo dell’automobile o, meglio, della bicicletta sfruttando l’ampia rete delle piste ciclabili che la Regione ha realizzato nel corso degli anni. Sarà una stagione alla riscoperta dei tantissimi luoghi della spiritualità, dal santuario di Caravaggio alla Certosa di Pavia, ai vari cammini della fede, per recuperare un rapporto con sé stessi e con chi, purtroppo non c’è più. E in questo contesto, l’offerta enogastronomica di tantissime aziende agricole e agrituristiche così come delle cantine sarà sicuramente premiante, con in più la possibilità di fare scorta di prodotti sani e genuini a “chilometro zero” per la propria dispensa di casa.

La Lombardia punta a recuperare fortemente la propria dimensione turistica che negli ultimi tempi era stata superata da quella economica: tutti a parlare della Regione leader per Pil e per export, ma poco per quanto riguarda le presenze turistiche che non sono affatto trascurabili.

L’impegno dell’assessorato che guido va proprio in questa direzione: ridare al turismo lombardo il ruolo che giustamente gli spetta, sia all’interno del Pil regionale che quello delle aziende del settore. Siamo come regione una realtà che esprime il 23% del Pil nazionale e un residuo fiscale di 54 miliardi all’anno che devolviamo forzatamente allo Stato. Siamo una realtà che annovera oltre 60.000 aziende pronte ad accogliere nuovamente i turisti. Non solo: siamo un territorio che per il 40% è montuoso, abbiamo una pianura ricca di castelli e di ville storiche (sono oltre 200), abbiamo ben 14 siti Unesco. Siamo una delle zone d’Europa più ricche di laghi, con 5 grandi bacini e oltre 21 minori. Siamo anche la realtà italiana con la più alta quota di turismo alto spendente. Come vede, il settore turistico lombardo non è una cenerentola: va solamente fatto conoscere ed apprezzare, ad iniziare dagli stessi Lombardi.

Una realtà in grado di offrire tante diverse opportunità al turista.

Abbiamo offerte per tutti i gusti e per tutte le età. Possiamo spaziare dal turismo attivo per chi predilige lo sport e le attività all’aria aperta con l’escursionismo in montagna oppure la mobilità in bicicletta lungo la rete di piste ciclabili. Quanto alla cultura possiamo spaziare da quello delle incisioni rupestri della Val Camonica all’archeologia industriale del villaggio Patrimonio dell’Unesco di Crespi d’Adda e alle storiche centrali idroelettriche lungo lo stesso fiume Adda visitabili percorrendo una splendida ciclovia, che fa parte della rete di oltre 4.000 chilometri di tracciati cicloturistici. C’è l’unicum del Museo del Violino di Cremona, scrigno di numerosi strumenti ad arco prodotti dai più insigni maestri liutai italiani: da Stradivari a Guarnieri e ad Amati. Oppure, ancora, al Palazzo Ducale di Mantova con i suoi splendidi cicli affrescati. Senza trascurare i laghi, che sono uno dei migliori motori d’attrazione internazionale della Lombardia, con il lago di Como e di Garda che sono conosciuti in tutto il mondo per il loro scenario paesaggistico, tanto da essere uno de luoghi del cuore più gettonati dai turisti internazionali, come ben insegna George Clooney che sul lago di Como ha preso casa diventando un esempio per tantissimi altri americani. Un turismo che guarda anche alla salute, con tantissime realtà termali, tra cui quella più scenografica della penisola di Sirmione che si tuffa nel lago di Garda.

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Il villaggio industriale di Crespi d’Adda, patrimonio Unesco.

Lei ha accennato ad un turismo di qualità ed altospendente.

In Lombardia abbiamo una grande presenza di alberghi e di residenze a quattro, cinque e più stelle. In Regione l’accoglienza di qualità e di livello superiore è una tradizione e numerose realtà storiche offrono accoglienza in un contesto unico, spesso accompagnato dalla presenza di campi da golf o da maneggi per l’equitazione. Un’offerta di altissima qualità che attira turisti che spendono molto per avere servizi personalizzati e che lasciano sul territorio ricchezza.

Una realtà come il lago di Garda soffre della tripartizione amministrativa, mentre soprattutto all’estero è vista come un unicum. Non è giunto il momento di superare la suddivisione e proporre una gestione unitaria del più grande lago italiano?

Si tratta di un’assurdità che vorrei superare al più presto, facendomi promotore verso i miei colleghi di Veneto e Trentino per arrivare ad una il più possibile comune gestione e promozione dell’areale gardesano. Proseguire come oggi con tre diverse politiche per il bacino gardesano, anche se negli ultimi tempi si è andati verso un maggior coordinamento, è un lusso che non possiamo più permetterci, anche perché le tre zone del lago sono tra loro complementari. Il lago di Garda più che un patrimonio Lombardo, Veneto o Trentino, è una ricchezza italiana e, come tale, conosciuta e apprezzata all’estero, tanto da essere la prima porta del clima mediterraneo per chi arriva da oltre Brennero.

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Cicloturisti lungo il Lago di Garda a Toscolano Maderno.

Tornando alla Lombardia, lei propone di far svolgere le gite scolastiche solo sul territorio regionale.

Mi piacerebbe che i nostri giovani fossero i primi ambasciatori del territorio in cui vivono, capaci di raccontare esperienze, saperi e sapori della terra lombarda. Per questa ragione, vedrei bene la focalizzazione delle gite scolastiche sul territorio, magari ripetute più volte nel corso del tempo anche per fare incontrare i giovani con le diverse stagioni e i frutti dell’agricoltura. Si deve recuperare un rapporto più forte con il territorio per poterlo conoscere ed apprezzare al meglio. Cosa che le scuole oggi fanno poco e male. Oltretutto, questo scenario comporterebbe anche una riduzione delle spese che le famiglie devono sostenere, cosa non affatto secondaria.

Uno dei progetti che il suo assessorato sta perfezionando è l’utilizzo dei “big data” in campo turistico.

Vuole essere un più moderno e strutturato approccio al turista, alle sue esigenze, alle sue aspettative. Dalla raccolta e analisi profonda della massa di dati che un turista genera sia in fase di scelta della località da visitare che nel luogo dove soggiorna è possibile ricavare una serie di informazioni preziose per calibrare al meglio l’offerta sulla base delle effettive aspettative dell’ospite, incrementandone la soddisfazione e la fidelizzazione, oltre che per ridurre gli sprechi. Oggi, dopo la pandemia da Coronavirus, si deve ripartire tutti da zero cambiando le modalità di offerta e l’erogazione dei servizi. Dobbiamo cogliere quest’opportunità per fare un salto di qualità, innovando il settore anche con le nuove tecnologie.

Quanto al post Coronavirus, la Lombardia è una destinazione sicura per il turista?

La Lombardia è stata con il Veneto la prima realtà ad essere colpita da un virus sconosciuto e, come tutti, abbiamo faticato per trovare il giusto approccio per combatterlo senza poter contare su esperienze precedenti. La Lombardia viene dipinta come se fosse stata un lazzaretto, ma il maggior numero di casi riscontrati in Regione lo si deve anche per il numero di abitanti decisamente superiore a quello di altre realtà italiane. A chi oggi sta scegliendo una meta per le proprie vacanze, dico che la Lombardia è una destinazione sicura, forse la più sicura di tutte, non fosse altro che per il sistema sanitario locale che è da sempre uno dei migliori d’Italia. Se fossi un turista sceglierei di andare in una località dove mi danno la certezza di essere preparati anche alle peggiori evenienze, piuttosto in realtà dove la sanità e i servizi pubblici in generale non sono al livello di quelli lombardi. Che dire? Solo un appello: venite in Lombardia a scoprire un mondo di sport, cultura, tradizioni, sapori e paesaggi spesso unici. Rimarrete meravigliati!

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