RipartiTrentino si allarga mentre iniziano i primi pagamenti del fondo perduto provinciale

Apiae ha iniziato ad erogare l’indennità a 6.160 domande liquidate, cui se ne aggiungono altre 1.800 in lavorazione. L’intervento di sostegno si allarga a chi ha cessato l’attività con l’erogazione di 900 euro/mese per quattro mesi.

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Il pianoRipartiTrentinovarato dalla giunta provinciale di Trentino inizia ad entrare nella fase esecutiva con le prime liquidazioni delle domande per gli indennizzi a fondo perduto presentate a partire dallo scorso 11 giugno.

Dopo un avvio al rallentatore di “RipartiTrentino” per le difficoltà interpretative e per l’opposizione da parte degli studi professionali di presentare la domanda tramite delega per evitare di incorrere nelle pesanti responsabilità civili e penali previste dal procedimento, le domande stanno affluendo ad un ritmo di circa 500 al giorno. Fino ad ora, quelle già presentate sono circa 8.000, di cui 6.160 già istruite e pronte per la liquidazione che è iniziata da parte di Apiae, anche se non si segnalano ancora notizie di effettivo incasso da parte dei richiedenti.

Secondo i dati forniti dall’assessore provinciale allo sviluppo economico, Achille Spinelli, fino ad ora le domande pervenuteprenotanocirca 27 milioni di euro dei 96 stanziati nella legge provinciale.

Il grosso delle domande è destinato ad arrivare nel mese di luglio: «gli studi professionali si stanno attrezzando con le firme elettroniche dei rispettivi clienti per presentare le domande – afferma il presidente dell’Ordine dei commercialisti e degli esperti contabili del Trentino, Pasquale Mazza -. Per presentare la domanda c’è tempo fino al 31 luglio e la prossima settimana, una volta chiariti gli ultimi dubbi, saremo nella piena operatività».

E’ probabile che il provvedimento contenuto nel piano “RipartiTrentino” non ottenga il successo atteso: l’aver previsto il vincolo del mantenimento invariato della pianta organica per tutto il 2021 può risultare eccessivamente oneroso per tante piccole attività, soprattutto commerciali, che sono alle prese con una ripartenza difficile, con un fatturato che langue per via della pesante contrazione dei consumi delle famiglie e con una cassa integrazione per i dipendenti non ancora del tutto erogata. Trovarsi nell’impossibilità di licenziare collaboratori che costano al lordo 25-30.000 euro all’anno per incassare, se va bene, 5.000 euro di contributo a fondo perduto è eccessivamente penalizzante e molti vi stanno rinunciando.

Intanto il pianoRipartiTrentino” si allarga con l’erogazione di un reddito di emergenza per quattro mesi a tutte le Partite Iva che hanno cessato la propria attività. «Abbiamo approvato un sussidio, una specie di Naspi, rivolto agli imprenditori e liberi professionisti che hanno cessato la propria attività a causa del Covid19 – afferma Spinelli -. Si tratta di 900 euro al mese per 4 mesi, per sostenere l’economia familiare con ulteriori incentivi per coloro che troveranno un’occupazione. Per questo strumento abbiamo messo in campo 7 milioni di euro».

Non solo: Spinelli annuncia che «nel prossimo assestamento di bilancio sarà inserito un intervento destinato agli imprenditori del settore turistico, del commercio e del benessere che riusciranno a mantenere l’occupazione. Il limite massimo del bonus sarà di 40.000 euro per richiedente, 15 i milioni di euro stanziati».

Sarebbe parimenti utile che la Provincia, in sede di assestamento, intervenisse anche a sostegno di tutte le Partite Iva che si ostinano a reggere la crisi, evitando la chiusura. Come ha evidenziato ieri il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Massimo Miani, «se non si interviene al più presto con un piano di sostegno, nel prossimo autunno si rischia una desertificazione delle Partite Iva, con la chiusura fino a 500.000 attività». 

Dinanzi ad uno scenario simile, considerato il sostanziale menefreghismo della maggioranza delle quattro sinistre del governo BisConte nei confronti delle Partite Iva, sarebbe quanto mai utile che le regioni, per quanto loro possibile, intervenissero a sostegno dell’impresa e del lavoro autonomo che si sforza di rimanere attivo, anche per garantirsi, come nel caso delle Autonomie speciali i cui bilanci vengono alimentati dal gettito tributario riscosso localmente, la permanenza in vita di attività che generano reddito, occupazione e, conseguentemente, gettito tributario.

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