Tempo di bilanci per il I semestre 2020 in fatto di consumi che, con 3 mesi di chiusure e confinamenti obbligatori, fanno segnare pesanti cali generalizzati, rilevati dall’Osservatorio Consumi Confimprese-EY, che evidenzia una pesante flessione del -43% nel primo semestre 2020 vs lo stesso semestre 2019.
Male l’abbigliamento, il settore con i peggiori risultati (-45%), seguito dalla ristorazione (-44,4%) e da altro non alimentare (-31%), che ha tra l’altro beneficiato per alcune merceologie di un periodo di chiusura ridotto.
Nell’analisi dell’Osservatorio Consumi Confimprese-EY del mese di giugno, primo mese post Coronavirus senza chiusure e confinamento, si registra un -27% di vendite, i settori merceologici in maggior sofferenza sono l’abbigliamento (-32%) e la ristorazione (-30%), mentre le altre merceologie non alimentari (+15%) hanno registrato una crescita positiva, grazie soprattutto ai beni durevoli che hanno beneficiato della consegna merci e di un recupero di decisioni di acquisto rimaste sospese durante il confinamento.
Il commercio elettronico registra un boom del 135% nel trimestre aprile-giugno e, anche con negozi fisici aperti, mantiene una forte crescita del 54% nel mese di giugno comparato al 2019.
«Al di là delle cifre che – spiega Mario Maiocchi, consigliere delegato Confimprese – con un calo del 43% nella prima metà anno fanno difficilmente ipotizzare una chiusura 2020 migliore di un -25-30% con impatti notevoli sulla redditività del settore e sulla continuità di molti operatori, occorre soffermarsi sulle modifiche strutturali nei modelli di vita, in particolare sul telelavoro e viaggi di affari e di flussi internazionali. Saranno da valutare gli sviluppi sulle “location highstreet” delle grandi città e sul canale viaggi per la ridotta presenza e traffico di lavoratori e turisti internazionali, questi ultimi anche con impatto su outlet e centri commerciali. Di contro ci sarà un ritorno di attenzione su location periferiche delle grandi città e centri storici delle città di provincia».
A livello regionale, in giugno la Toscana si riconferma la regione con le peggiori performance (-33%) incalzata da Emilia Romagna (-30%), Lombardia (-29,6%), Trentino Alto Adige (-29%), Lazio (28,7%), Campania (28,1%). Le regioni impattate in misura minore sono state Valle d’Aosta e Basilicata.
«Se guardiamo gli andamenti negli ultimi 4 mesi, cioè solo quelli influenzati dal Covid-19 – chiarisce Paolo Lobetti Bodoni, business consulting leader Italy EY –, possiamo vedere come il trend negativo del canale fisico sia stato pari al -62%, cioè si sono persi quasi i due terzi delle vendite rispetto all’anno scorso. In particolare, notiamo che l’abbigliamento e la ristorazione hanno registrato trend negativi del 65%, mentre un po’ meglio è andato altro non alimentare con una decrescita del –47%. Tuttavia, dei segnali incoraggianti si possono cogliere: le vendite online mantengono una forte crescita a giugno (+54%), mentre le vendite del canale fisico, scese del 27%, si posizionano nell’intervallo alto del trend negativo che avevamo previsto per la fase 2 corrispondente ad un valore negativo tra il 20 e il 40% rispetto al 2019».
Gli andamenti per aree geografiche mostrano, secondo l’Osservatorio Consumi Confimprese-EY, andamenti simili tra loro, anche se a chiudere il mese di giugno 2020 con i risultati peggiori vs giugno 2019 è il Centro con -29%, seguito dal NordEst con -27,5% e il NordOvest con -27%. Leggermente meglio Sud e isole con -23,5%, un risultato sempre negativo che riflette, tuttavia, una lieve ripresa del turismo nostrano.
Nella classifica per regioni, la Toscana erode qualche punto percentuale rispetto a maggio (-48,8%), ma rimane pur sempre la peggiore in Italia con -33%. Questa la situazione nelle principali città: Firenze -38%, Lucca -36%, Pisa -31%, Livorno -38%.
In seconda posizione l’Emilia Romagna che chiude giugno a -30,2% e sorpassa la Lombardia (-29.6%). Modena e Reggio Emilia sono in testa con -36%, Bologna flette di un punto percentuale in meno (-35%), Rimini e Forlì-Cesena -23%, Parma -19%.
Al terzo posto la Lombardia in flessione del 29,6%. Quanto alle province con i trend più negativi, la fotografia riflette gli scenari dell’emergenza sanitaria: Brescia la più colpita -34%, Milano -33%, Como -32%, Varese -30%, Monza e Mantova -28%, Bergamo -22%, Pavia -17%, Cremona -7%.
Al quarto posto il Trentino Alto Adige con -29%, Trento chiude a -26%. Nel NordEst a chiudere la classifica è il Veneto con un andamento negativo del -26,7%. Questa la fotografia delle province: Padova e Venezia -30%, Treviso e Verona -27%, Vicenza -21%.
Il Friuli Venezia Giulia dimezza l’andamento negativo rispetto a maggio (-43,8%) e chiude giugno in ripresa, seppure sempre negativa, con -19,1%. Udine è a -15% contro il -41% del mese di maggio.
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