L’Agcm stronca la nuova legge sul commercio della provincia di Trento

Resca, Confimprese: «bene l’intervento Autorità Garante su chiusure negozi in Trentino».

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L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Agcm) ha pubblicato nel bollettino 35/2020 il proprio parere, richiesto dal Dipartimento per gli Affari regionali, in merito alle disposizioni della legge della provincia di Trento del 3 luglio 2020 n. 4, recante “Disciplina delle aperture nei giorni domenicali e festivi delle attività commerciali”.

In particolare, secondo l’Agcm la disposizione pone limiti ingiustificati all’esercizio di attività economiche e, segnatamente, alla libertà di apertura degli esercizi commerciali, introducendo, seppur con talune deroghe, un obbligo di chiusura domenicale e festivo. Essa, pertanto, è suscettibile di porsi in contrasto con le norme e i principi di liberalizzazione sanciti in materia sia a livello europeo che nazionale.

Il parere dell’Agcm ha quindi citato il decreto 201/2011 (c.d. DL “Salva Italia”), ricordando come essa abbia sancito che le attività commerciali non possano essere soggette a limiti in materia di orari di apertura e chiusura. Secondo l’Agcm, le restrizioni alla libertà degli operatori economici, in materia di orari e di giornate di apertura e di chiusura degli esercizi commerciali, ostacolano il normale dispiegarsi delle dinamiche competitive, riducendo la possibilità degli operatori di differenziare il servizio da loro offerto, adattandolo alle caratteristiche della domanda e sono, pertanto, suscettibili di peggiorare le condizioni di offerta, nonché la libertà di scelta per i consumatori e non risultano giustificate da ragioni di efficienza per gli operatori, tanto meno da particolari interessi pubblici. Quindi, la reintroduzione di vincoli in materia di chiusura domenicale e festiva obbligatoria degli esercizi commerciali rappresenta un ostacolo al libero dispiegarsi delle dinamiche concorrenziali voluto dalla disciplina nazionale e comunitaria.

Nel parere, l’Autorità ha poi evidenziato come anche la Corte Costituzionale si è a più riprese espressa in tal senso, dichiarando l’illegittimità costituzionale di norme regionali e provinciali adottate in contrasto con i principi di liberalizzazione disposti dall’art. 31, comma 1, del DL n. 201/2011.

In conclusione, l’Agcm ha evidenziato come la legge della Provincia di Trento che ha imposto le chiusure domenicali e festive potrebbe presentare profili di incostituzionalità nei limiti in cui risulta in contrasto con la normativa statale di liberalizzazione, così invadendo la potestà legislativa esclusiva dello Stato in materia di tutela della concorrenza e violando, quindi, l’art. 117, secondo comma, lettera e), della Costituzione.

Il parere dell’Agcm che prefigura un profilo di incostituzionalità in contrasto con i principi di liberalizzazione sanciti a livello europeo e nazionale è salutato con soddisfazione da Confimprese: «le restrizioni alla libertà degli operatori in materia di orari e di apertura degli esercizi commerciali ostacolano il commercio, già in ginocchio a causa del Coronavirus e non sono giustificate da ragioni di efficienza per gli operatori, né da particolari interessi pubblici – commenta il presidente Mario Resca -. Tornare a normare le domeniche sarebbe un attacco alla libertà di scelta per i consumatori e per questo sosteniamo con forza i valori dell’iniziativa privata, del mercato, della libera concorrenza e della cultura industriale e commerciale».

L’Osservatorio Confimprese-EY sui consumi in luglio rileva in Trentino una flessione del 28% su luglio 2019 e del 40% nei primi 7 mesi dell’anno sullo stesso periodo 2019. Chiudere i negozi nei giorni festivi significherebbe dare un’ulteriore stangata al commercio e all’occupazione di settore.

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