Osservatorio Confcommercio FVG: in regione ripresa più rapida che nel resto d’Italia

Dal confinamento persi 3 miliardi di consumi, meno della media del NordEst (-13,3%). Migliora il clima di fiducia degli imprenditori.

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Il clima di fiducia da parte degli imprenditori e dei cittadini del Friuli Venezia Giulia è meno negativo rispetto alle previsioni di giugno e anche i dati congiunturali mostrano una ripartenza della regione più rapida che nel resto d’Italia, come evidenzia la ricerca dell’Osservatorio Confcommercio Fvg curata da Format Research, effettuata su un campione di oltre 1.500 imprese e cittadini residenti in Regione che ha evidenziato un indice di fiducia nell’andamento economico di soli 5 punti (28 contro 33) al di sotto dell’indice di fiducia pre-Covid.

L’indagine dell’Osservatorio Confcommercio Fvg è stata presentata nella sede della Camera di commercio Pordenone-Udine dal direttore scientifico della società di ricerca, alla presenza anche dell’assessore regionale alle attività produttive, Sergio Emidio Bini. «I risultati dell’indagine rappresentano una conferma dell’efficacia delle misure adottate dall’esecutivo regionale con le quali affrontare la pandemia sia dal punto di vista sanitario che con riguardo al contrasto agli effetti della crisi economica – ha detto Bini -. Misure che sono state concertate con le categorie economiche e che per questo hanno trovato la miglior aderenza con le esigenze degli imprenditori. L’amministrazione del Friuli Venezia Giulia guarda ora al traguardo della nuova legge regionale per l’economia, che arriverà in Aula a novembre, e alla nuova legge sul commercio regionale, da approntare in primavera; allo stesso tempo auspica nella riforma fiscale statale e in rinnovate misure di sostegno al reddito delle famiglie».

La demografia delle imprese del terziario (51.000 nel Friuli Venezia Giulia) registra in ogni caso un saldo negativo a giugno 2020 che è il più basso degli ultimi dieci anni. Sono state perse 507 imprese, di cui 173 a Udine, 146 a Trieste, 101 a Pordenone, 87 a Gorizia, più per la carenza di nuove aperture che per le chiusure definitive. Per contro, il dato relativo alla ripresa della liquidità delle imprese è attestato al 44% entro la fine dell’anno, contro il 26% a livello nazionale.

Quanto ai consumi, il calo più consistente riguarda quelli fuori casa (soprattutto ristorazione e alberghiero), fortemente depressi in Friuli Venezia Giulia dalla paura del contagio ma anche dalla diffusione del telelavoro che limita l’accesso alla spesa. Nel complesso, nel 2020 andranno persi 116 miliardi di euro in Italia e poco meno di 3 miliardi in Friuli Venezia Giulia. Pur in un contesto di crisi generalizzata, il calo dei consumi in Regione (-12,2%) si conferma meno pesante rispetto alla media del NordEst (-13,3%).

Il miglior posizionamento della Regione rispetto alla media nazionale è dovuto anche alla gestione dell’emergenza, giudicata “efficace” nelle azioni a difesa della salute pubblica. È così per l’80% dei cittadini della Regione. Il dato è ancor più accentuato nei territori delle ex province di Udine e Pordenone (rispettivamente 82% e 81%). Allo stesso modo, sono apprezzati i provvedimenti a sostegno dell’economia: lo conferma il 64% dei cittadini, valore che sale al 74% isolando gli imprenditori. Anche in questo caso, le valutazioni più elevate si registrano a Udine e Pordenone, meno a Trieste e Gorizia.

Infine, l’88% dei cittadini ritiene che il Paese non sia ancora uscito definitivamente dall’emergenza sanitaria. Sette persone su dieci si aspettano una nuova ondata di contagi in regione a partire dal prossimo autunno

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