1854 nasce la Manifattura Tabacchi. 2020 scopriamo il Progetto Manifattura

La riqualificazione produttiva dell’architetto giapponese Kengo Kuma: un polo per le nuove tecnologie a basso impatto ambientale. Di Paolo Farinati

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Il 18 marzo 2008 usciva dal portone della Manifattura Tabacchi di Borgo Sacco a Rovereto l’ultimo bancale carico di pacchetti di sigarette MS: da lì a pochi giorni la storica azienda chiudeva per sempre la sua produzione per lasciare il posto a quello che entro pochi anni sarebbe diventato il Progetto Manifattura.

Sono stati 154 lunghi anni di storia avvincente ed emozionante, plasmata in particolare da migliaia di donne, le mitiche “zigherane”, che con capacità, sacrifici e tenacia hanno scritto capitoli unici di pacifica rivoluzione sociale. Donne, madri e nonne che seppero costruire all’interno dello stabilimento il primo asilo nido aziendale, che finanziarono il ponte sul Leno che è tuttora chiamato ponte delle Zigherane e che furono protagoniste di molte altre valorose iniziative.

Ad inizio 2008 la British Tobacco decise di chiudere. Prontamente il comune di Rovereto, con l’allora sindaco Guglielmo Valduga (padre di quello attuale, Francesco), e la Provincia di Trento, con l’allora presidente Lorenzo Dellai e l’assessore all’industria, Marco Benedetti, crearono un tavolo di trattativa con la multinazionale inglese, al fine di acquisire quei preziosi quasi dieci ettari di terreno. 

L’accordo fu raggiunto in breve tempo e l’intero comparto della Manifattura Tabacchi passò alla Trentino Sviluppo, braccio operativo della provincia di Trento. Nel frattempo il comune di Rovereto diede urbanisticamente una precisa destinazione all’intera area, che divenne di interesse pubblico con finalità produttive e di servizio. Fu un passaggio strategico per Rovereto e per l’intera Vallagarina. Lì si poteva pensare e progettare un polo innovativo della ricerca e della produzione di grande interesse non solo locale.

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Gli edifici di Progetto Manifattura con le passeggiate sulla sommità.

Nasce così Progetto Manifattura, che prevedeva il recupero e il restauro della parte di pregiati immobili di origine austroungarica, l’abbattimento dei manufatti di minor valore anche estetico costruiti verso il torrente Leno negli anni ’60 e la costruzione lì di nuovi spazi secondo i principi dell’ecosostenibilità.

A novembre 2008 nella Giunta provinciale il testimone sull’intera opera passa nelle mani del neo assessore alle attività economiche, Alessandro Olivi. A lui va riconosciuto il merito di aver attivato canali di finanziamento provinciali, nazionali ed europei cospicui e determinanti per il buon esito dell’intero e complesso progetto. Quello storico spazio fu così destinato ad un Polo della ricerca e dell’innovazione, con particolare attenzione proprio all’ecosostenibilità e dell’economia verde.

Il progetto edificatorio scelto fu quello proposto dall’architetto giapponese Kengo Kuma, vincitore di un concorso d’idee, un professionista di fama mondiale e molto attento proprio al paesaggio e alla sostenibilità ambientale di ogni sua costruzione. Subito affascinante apparve la sua accattivante visione, che collocava la nuova Manifattura all’interno di un più ampio parco fluviale lungo il Leno e vicino pure al fiume Adige. Questi due fondamentali corsi d’acqua per la storia di Rovereto e di Borgo Sacco, sarebbero ritornati così protagonisti di Progetto Manifattura, nelle vesti di originali cornici di un moderno quadro produttivo rivolto necessariamente al futuro.

Superata anche qualche traversia nell’assegnazione dei lavori (rallentati da numerosi ricorsi e controricorsi tra le imprese partecipanti alla gara), questi iniziarono e proseguirono, in particolare negli anni più recenti, con una certa celerità. Il cantiere di Progetto Manifattura ha attirato ogni giorno le curiosità dei Roveretani, che lì hanno posto molte delle loro speranze di rilancio della città. “Tut soto tera, e sora cosa farai…?” è stata la domanda più frequente.

Ma ora quanto ha pensato il genio di Kengo Kuma è molto più chiaro. È di questi ultimi giorni, infatti, l’apertura alla cittadinanza dei camminamenti sopra i tetti dei vari padiglioni. Il colpo d’occhio è certamente ammaliante. Venendo dalla bella passeggiata lungo il Leno, si scorgono sullo sfondo i vecchi eleganti palazzi dell’ottocentesca Manifattura Tabacchi, più in là il campanile della bellissima chiesa barocca di Borgo Sacco, ancora oltre i dolci pendii della Destra Adige e la vetta del monte Stivo che sorveglia il tutto. E se ci si gira di 180°, ecco apparire la città, il Castello, l’Ossario dei Caduti, il Colle di Miravalle con la Campana della Pace, il monte Zugna e molto altro. E questo da più punti di visione del tutto nuovi. Un panorama e un paesaggio che, senza cadere in un retorico romanticismo, destinato a rasserenare e a rendere orgogliosi tutti i Roveretani.

È probabile che questo sarà spazio di passeggiate e d’incontro tra Roveretani e non solo. Nel mentre sotto e dentro quegli ettari strategici molte giovani menti costruiranno buona parte del futuro della comunità. È un auspicio, forte e convinto, come grande è stata sin qui la determinazione di vedere costruita e viva questa Nuova Manifattura. Crediamoci tutti, cari roveretani, come le ammirevoli coraggiose zigherane seppero in passato darsi e dare a molte nostre famiglie nuove speranze e un primario benessere.

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