Il brutto lascito a Merano dell’ex sindaco Paul Roesch

Nonostante una rielezione risicata dell’esponente ambientalista conclusa con il fallimento del tentativo di formare una giunta, ci sono lasciti costosi per la città. Di Alessandro Urzì, Consigliere provinciale di Bolzano e coordinatore regionale di Fratelli d’Italia

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sindaco paul roesch
L'ex sindaco di Merano dei Verdi, Paul Roesch.

A Merano, il sindaco Paul Roesch nei pochi giorni del suo secondo mandato prima di finire commissariato non è stato con le mani in mano ed ha rinnovato ricchissimi contratti nell’ambito della amministrazione comunale, decidendo da solo (non essendo ancora creata una maggioranza ed una giunta).

4.000 euro (più Iva e ritenute di acconto) al mese, per esempio, è quello che è stato impegnato per l’addetto stampa comunale per un impegno di 90 ore al mese. Poco più di 4 al giorno, con fine settimana lungo.

È la data della delibera di rinnovo dell’incarico che lascia interdetti: il 2 novembre quando la seduta in cui il sindaco è caduto definitivamente aprendo le porte al commissariamento della città si è tenuta due giorni dopo, il 4 novembre.

Ma intanto la nomina è stata fatta. E l’incarico è entrato in vigore, le cifre stanziate almeno sino a febbraio del 2021, essendo stata fissata una clausola di risoluzione entro quel termine “nel caso di un ipotetico commissariamento del Comune” (si legge testualmente nella delibera del 2 novembre quasi che l’ipotesi non fosse più che fondata).

Insomma, una attività spregiudicata quella del sindaco Paul Roesch nel breve mandato svolto dalle elezioni del 4 ottobre scorso al 4 novembre.

Anche perché la clausola di risoluzione in caso di commissariamento fa intendere come la decisione tenesse conto di questa possibilità. Ora l’addetto stampa a 4.000 euro al mese netti sarà al servizio di un Commissario che per sua natura non svolge attività di cui fare promozione o pubblicità essendo di natura esclusivamente amministrativa e temporanea.

La procedura di selezione dovrà pure essere oggetto di qualche approfondimento. Quale pubblicità era stata data a tutti i potenziali giornalisti interessati al ricco incarico?

Il contratto con il professionista assunto in forma monocratica dal sindaco Roesch era scaduto il 4 ottobre. Non poteva il sindaco attendere il 4 novembre e verificare se il suo mandato era destinato a proseguire, invece di lasciare in eredità alla amministrazione provvisoria che gli è seguita una assunzione scelta di tutta fretta allo scadere del suo mandato?

Un metodo che parrebbe abituale, questo, se consideriamo che il 20 ottobre, ossia solo pochi giorni prima la scadenza del suo mandato, il sindaco aveva approvato anche la delibera con cui veniva rinnovato l’incarico ad un architetto quale direttore della III ripartizione Edilizia e servizi tecnici (IX qualifica funzionale) con 15.000 euro già impegnati solo per il 2020. L’incarico in questo caso è ancora più paradossale perché, si legge nella delibera, «l’incarico decorre dal novembre e coincide con la durata in carica del sindaco reggente. L’incarico scadrà automaticamente con lo scadere del mandato del sindaco». Ossia tre giorni dopo.

Ma Roesch non poteva attendere prima di procedere in nomine evidentemente politiche di questa portata?

Intanto ovviamente la macchina amministrativa dovrà liquidare gli emolumenti impegnati, per il tempo di vigenza degli incarichi. E la ragione di questa compulsiva attività negli ultimi giorni di reggenza del sindaco dovrà essere capita sino in fondo. Non cito i nomi degli incaricati perché il tema è l’inusuale procedura (che riguarda il sindaco), non la professionalità degli interessati.

Ai Verdi sarà richiesto più di un chiarimento nella prossima campagna elettorale.

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