Unioncamere, a gennaio 2021 il picco delle chiusure nel commercio

Deterioramento della liquidità a causa dell'emergenza sanitaria attanaglia il settore.

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chiusure nel commercio

«Il picco delle chiusure nel commercio è atteso nei primi mesi del 2021» rende noto Unioncamere, intervenuta con il suo vicepresidente Antonio Paoletti alla Camera in audizione presso la commissione Attività produttive sul tema del rilancio del commercio. 

«Un’indagine effettuata a ottobre mostra come due imprese su cinque del commercio lamentino un deterioramento della liquidità a seguito dell’emergenza sanitaria – ha spiegato Paoletti -. Per questo il 24% di esse ritiene auspicabili provvedimenti su moratorie e dilazioni nei pagamenti, il 20% su azioni a sostegno ai consumi e il 16% su misure di ristoro. Durante la crisi pandemica, uno degli effetti maggiormente riscontrati dalle imprese è stato un repentino deterioramento della liquidità e del fatturato. Ciò ha indotto molte imprese a richiedere nuove linee di credito pur senza requisiti di affidabilità. La stagione dei nuovi blocchi d’attività rischia di sferrare un altro pesante colpo a un comparto già messo a dura prova». 

Unioncamere ha sottolineato quindi come «i primi mesi del 2021 restituiranno dati di peggioramento delle cessazioni che probabilmente si sommeranno al picco stagionale del fenomeno, con un ulteriore incremento di chiusure nel commercio legato alla valutazione degli imprenditori di interrompere l’attività a conclusione del bilancio dell’annus horribilis 2020». 

«Al 30 settembre 2020 – ha rilevato Paoletti – si contano nel commercio quasi 1,5 milioni di imprese, un quarto della base produttiva nazionale (24,7%), e quasi 400.000 imprese nei pubblici esercizi che concentrano un altro 6,5% del totale, arrivando in totale a quasi 1,9 milioni di imprese (31,2%). Quanto al giro d’affari quasi due terzi delle imprese commerciali e di somministrazione dichiara riduzioni del fatturato nel 2020, dato peggiore di quello relativo alle altre imprese industriali e dei servizi (55%). Solamente il 27% degli imprenditori ritiene di poter recuperare i propri livelli produttivi nel 2021».

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