Conti pubblici: nel 2020 il debito pubblico è cresciuto di 20 miliardi al mese

Secondo Unimpresa la corsa del debito è aumentata di quasi 10 volte quest’anno rispetto al 2019: media mensile passata da 2,4 miliardi a 19,2 miliardi. Nei primi nove mesi dell’anno in corso si è registrato un incremento di 173 miliardi. Spadafora: «la gestione delle finanze statali da parte del governo è fuori controllo».

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Secondo un’analisi realizzata dal Centro studi Unimpresa, nel corso del 2020 la corsa del debito pubblico italiano è aumentata di quasi 10 volte a causa della pandemia da Covid-19: nei primi nove mesi 2020 la voragine nei conti statali si è allargata al ritmo di 20 miliardi al mese, mentre nel 2019 la media mensile è stata pari a 2,4 miliardi. Da gennaio a settembre 2020, il debito è cresciuto complessivamente di 173 miliardi, con un incremento del 7,2%. Valori che rappresentano multipli rispetto a quelli del 2019, quando il debito è salito di 29 miliardi (+1,2%). 

A settembre il debito pubblico italiano si è attestato a 2.582 miliardi, mentre a fine 2019 era a 2.409 miliardi, a fine 2018 a 2.380 miliardi, a fine 2017 a 2.329 miliardi e a fine 2016 a 2.285 miliardi.

«La gestione delle finanze statali da parte del governo BisConte è fuori controllo – afferma il vicepresidente di Unimpresa, Giuseppe Spadafora -: l’esecutivo ha l’aggravante di aver utilizzato male le risorse finanziarie derivanti dal deficit aggiuntivo. Il prossimo decennio, in assenza di una crescita economica robusta, capace di riportare in equilibrio i conti pubblici, sarà disastroso. Le nostre imprese continueranno a fallire, l’occupazione crollerà e, a quel punto, ci piomberanno addosso manovre correttive dolorosissime, con tagli dissennati ai servizi pubblici e alla spesa pensionistica».debito pubblico

L’esplosione del debito pubblico è legata alla necessità del governo di reperire rapidamente risorse aggiuntive per far fronte alle conseguenze dell’emergenza economica cagionata dal Covid-19: il maggior ricorso all’extra deficit si è concentrato nei mesi di aprile (36 miliardi), maggio (41 miliardi), giugno (20 miliardi) e luglio (30 miliardi), mentre ad agosto (18 miliardi) e a settembre (4 miliardi) la corsa è vistosamente rallentata. 

Durante i primi nove mesi dell’anno è progressivamente cresciuta – come da prassi – la disponibilità liquidità del Tesoro: a fine 2019, la cassa si era attestata a 32 miliardi ed è stata costantemente alimentata arrivando sopra quota 100 miliardi ad agosto, un record negli ultimi anni.

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