La digitalizzazione fa risparmiare le imprese italiane

Indagine Cgia-Sap Concur: più di 1 su 3 (37,7%) risparmia tra 10.000 e 50.000 euro all’anno. Nell’83% dei casi reinveste in azienda.

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digitalizzazione agenda digitale del veneto

Investire in tecnologia ed in particolare nella digitalizzazione fa risparmiare le aziende che possono reinvestirli nella produzione. Per quasi il 56% delle imprese ha comportato o comporterà dei vantaggi economici. Il 30,4% delle imprese ha riscontrato un risparmio immediato dalla digitalizzazione, più evidente al Nord (NordEst 32,5% e NordOvest 31,6%) rispetto al Centro Italia (28,8%) e nel Mezzogiorno (24,6%). In quasi il 15% del campione la digitalizzazione apporterà dei vantaggi futuri e nel 10,7% dei casi l’eventuale risparmio non è ancora quantificabile in quanto la digitalizzazione è appena avvenuta.  

Questo è il risultato dell’indagine di SAP Concur in collaborazione con CGIA di Mestre in una ricerca dedicata a comprendere meglio il tema della digitalizzazione nelle medie-grandi imprese italiane con più di 50 addetti in un momento storico particolare che le ha viste coinvolte nella gestione dell’emergenza sanitaria Covid-19. In particolare si è cercato di indagare sui risparmi derivanti dalla digitalizzazione per comprendere in che modo questi vantaggi siano stati reinvestiti in azienda. 

Tra i vantaggi immediati prevalgono i piccoli importi ma il 2% delle imprese ha dichiarato risparmi per più di mezzo miliardo di euro. In particolare, riguardo alle imprese che hanno avuto un risparmio grazie alla digitalizzazione in più della metà dei casi (57,2%) c’è stato un risparmio inferiore a 10.000 euro, nel 37,7% il vantaggio è compreso tra 10.000 e 50.000 euro. Il resto delle frequenze si ripartisce abbastanza similmente negli importi più elevati con quasi il 2%.

Nell’83% dei casi, i risparmi vengono reinvestiti in azienda, in particolare: 1 su 3 (33,9%) reinvestirà in parte i risparmi in azienda, un altro terzo (34,4%) lo farà completamente e il 14,6% ha previsto di farlo successivamente. Al contrario, meno di 2 imprese su 10 (17,1%) utilizzeranno i risparmi per esigenze di gestione corrente, come liquidità.

Considerando le aree di reinvestimento prevalgono nettamente i nuovi investimenti in impianti, macchinari, software (40,3%). Seguono ricerca e sviluppo (18,4%) e formazione dei dipendenti (17,5%), nuove assunzioni (9,2%), welfare aziendale (6,5%), scelte sostenibili (5,9%) e trasformazione di contratti a tempo indeterminato (2,1%). 

Tra i benefit aziendali offerti prevale l’assistenza sanitaria integrativa (20,7%), rispetto al contenimento delle spese casa-lavoro come buoni spesa e/o auto aziendale (16,1%), buoni pasto o mensa (15,6%) e lavoro da remoto (15,3%). Seguono la previdenza complementare (12,1%), i congedi parentali aggiuntivi (8,4%), borse di studio e corsi di formazione (3,9%), servizi alla persona (3,9%), attività relative al tempo libero come palestre, cinema, teatri (1,8%). Chiudono altri premi (1,6%) e nido aziendale (0,7%).

«Avere oltre l’80% dei casi in cui i risparmi vengono reinvestiti in azienda dipinge un quadro lontano dai cliché – afferma Alessia Poletti, responsabile commerciale per Italia, Malta e Grecia di SAP Concur -, dove gli imprenditori non sono soltanto interessati al profitto di breve termine ma investono nel loro asset più importante – i dipendenti – attraverso formazione, assistenza sanitaria e buoni spesa. È un dato importante che fa ben sperare per il futuro del nostro Paese». 

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