Giorno del Ricordo per le vittime delle foibe comuniste celebrato in tutt’Italia

Ma non mancano le polemiche per la vergognosa dichiarazione di Anpi Brescia, secondo cui la «foiba sarebbe solo un pozzo minerario abbandonato». Il centro destra rinnova la necessità di revocare l’onorificenza concessa al Maresciallo Tito.

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La corona commemorativa posta alla Foiba di Basoivizza.

In tutt’Italia si è celebrato il Giorno del Ricordo per commemorare la strage perpetrata dai comunisti titini a danno degli italiani della Venezia Giulia. Quello delle foibe «è un orrore che colpisce le nostre coscienze» ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha fatto sentire la sua voce per ricordare «i lutti, lo sradicamento e l’esodo a cui furono costrette decine di migliaia di famiglie nelle aree del confine orientale, dell’Istria, di Fiume, delle coste dalmate».

Sofferenze che «non possono essere dimenticate» ma, allo stesso tempo, occorre evitare che «il dolore si trasformi in risentimento e questo in odio, tale da impedire alle nuove generazioni di ricostruire una convivenza fatta di rispetto reciproco e di collaborazione».

«Un pensiero alle migliaia di persone uccise e perseguitate dai comunisti di Tito con una sola colpa: essere italiani», scrive per il Giorno del Ricordo, Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia. Dalla Lega, Matteo Salvini affida il suo pensiero a una lettera dove fa notare come l’immane tragedia delle foibe sia forse «la più atroce per come ha saputo mescolare odio etnico e odio sociale, deportazioni di massa e tecniche di sterminio, diabolica propaganda e censure storiografiche». 

Il vicepresidente di Forza Italia, Antonio Tajani, rende onore agli italiani che «hanno avuto il coraggio di non ammainare il Tricolore nel loro cuore». E un invito a «conoscere e tramandare le ferite della storia» giunge dal segretario del Pd, Nicola Zingaretti.

Intanto il capogruppo di Fratelli d’Italia in Senato, il senatore friulano Luca Ciriani e la deputata Sandra Savino, e coordinatrice di Forza Italia per il Friuli Venezia Giulia, chiedono che venga revocata l’onorificenza assegnata al Maresciallo Tito nel 1969 che, ancora oggi, risulta essere Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Una cosa ignobile – secondo i due politici friulani – perché «Tito si è macchiato di una serie di crimini tra i quali quelli perpetrati nelle terre giuliano-istriano-dalmate ove migliaia di italiani, tra cui oppositori al regime comunista, furono uccisi e gettati nelle foibe, una vera e propria pulizia etnica, attuata nel secondo dopoguerra, nei confronti delle popolazioni italiane».

Le celebrazioni del Giorno del Ricordo si sono macchiate di una vergognosa polemica innescata dall’Anpi di Brescia, secondo cui le foibe non sarebbero altro che «un pozzo minerario abbandonato”, suscitando la sdegnata reazione di tutto il centrodestra e dei rappresentanti delle istituzioni, ad iniziare dal governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga.

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