Migliora la sostenibilità ambientale della frutticoltura trentina

Apot aggiorna di dati del proprio bilancio tra agricoltura biologica e riduzione dei fitofarmaci in quella tradizionale.

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A tre anni dalla precedente edizione, Apot, l’associazione dei produttori di ortofrutta del Trentino, ha completato il nuovo bilancio di sostenibilità ambientale, il rapporto periodico sullo stato della frutticoltura trentina realizzato nel contesto del progetto “Trentino Frutticolo Sostenibile” curato dal 2016 da Roberto Della Casa, docente universitario ed esperto di agroeconomia.

«Questo bilancio indica che il Trentino ha anticipato una tendenza – ha affermato il presidente di Apot, Ennio Magnani – poiché la sostenibilità rappresenta un valore aggiunto della nostra produzione. La cooperazione e un sistema organizzato offrono garanzie per la produzione e per l’alimentazione in generale».

 «Questo bilancio – ha affermato il direttore di Apot, Alessandro Dalpiaz – fa vedere la serietà del sistema. Lavoriamo così da trent’anni, ma occorre rendere pubblici programmi, obiettivi, intenti, che ormai rappresentano una componente indissolubile del nostro modo di lavorare».

Molti i cluster analizzati dal bilancio di sostenibilità ambientale, come la qualità del suolo e delle acque; l’impronta carbonica, il ricorso ormai totale a fonti di energia rinnovabile, i risultati nel settore del biologico con la concentrazione in grandi oasi biologiche, la biodiversità, l’introduzione delle varietà resistenti, l’apicoltura, la riduzione delle emissioni e dei fitofarmaci, il legame con il turismo, la situazione occupazionale. 

Di seguito una sintesi dei punti principali del bilancio di sostenibilità ambientale.

Energie rinnovabili

La produzione complessiva del fotovoltaico è pari a oltre 6,5 milioni di KWh ed è sufficiente a garantire l’energia elettrica necessaria per l’illuminazione pubblica di una cittadina da 65.000 abitanti sulla base di un consumo pro capite di 100 Kwh, come stimato dall’Osservatorio sui consumi pubblici dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. 

Oasi biologiche

Negli ultimi anni quattro anni in Trentino sono raddoppiati gli ettari di frutteti biologici, passati dai 510 del 2016 ai 1.071 del 2019. Il sistema Apot ha avuto un ruolo importante in questa crescita passando da 126 ettari nel 2016 a 612 nel 2019. Anche gli ettari di cultivar resistenti sono triplicati nello stesso orizzonte, da 48 sono passati a 154, centrando in ogni caso pienamente gli obiettivi programmati nel 2016.

Apicoltura

Rispetto la 2016 anche il numero di apicoltori nel territorio è aumentato, passando dai 1.755 del 2016 ai 2.060 del 2019 e da circa 25.000 ad oltre 35.000 arnie. Questi numeri dimostrano quanto il sistema produttivo trentino sia strutturalmente idoneo a una proficua simbiosi con le api, che sono un indicatore privilegiato di sostenibilità ambientale e un alleato fondamentale per la qualità dei frutti e per la sostenibilità economica.

Biodiversità

I risultati del monitoraggio annuale sul livello di biodiversità confermano un profilo molto positivo di vita nel suolo, con un punteggio di 137 dell’indice QBS (Qualità Biologica del Suolo) rispetto al massimo di 160.

Emissioni CO2

Secondo l’EPD (Enviromental Product Declaration), la frutticultura trentina è uno dei più virtuosi areali di produzione in Italia e ha registrato un miglioramento di 0,4 kg di Co2 equivalente per ogni chilogrammo di mele prodotte rispetto agli inizi del decennio e pari al 21%.  

Fitofarmaci

L’adozione oramai generalizzata della produzione integrata è una delle massime espressioni dell’attenzione alla sostenibilità della frutticoltura trentina, attraverso un percorso fatto di una scelta continua di nuove molecole più virtuose sia sotto il profilo tossicologico e dell’impatto sull’ambiente, frequentemente anche in anticipo rispetto all’evoluzione delle normative europee e nazionali. Dal primo bilancio del 2016 a quello del 2019 la riduzione media annua è stata di oltre il 20% in termini di kg di principi attivi per ha ed un miglioramento del 30% del profilo di rischio.

Salubrità dei prodotti

Il sistema ortofrutticolo trentino è da sempre molto attento al tema della salubrità dei prodotti, tanto che continua ad utilizzare un apposito sistema di controlli particolarmente stringente. Dai controlli sui residui nelle mele, infatti, emerge che, negli ultimi quattro anni, sui 1.874 campioni analizzati il 99% è risultato conforme. Più in dettaglio, nell’arco temporale 2016 – 2019 sono state ricercate 886.034 sostanze attive, di cui il 99,9% ha dato risultato “non rilevabile” o con residuo inferiore al 30% del limite massimo ammesso dalla legge.

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