Trentino, la Lega di governo scivola sul vizietto dell’auto blu

Delibera galeotta subito ritirata per allargare il servizio di trasporto con autista per gli assessori provinciali e i vertici delle aziende provinciali anche negli spostamenti casa-lavoro.

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auto blu

Ogni tanto, la politica ricasca nel vizietto dei privilegi assurdi, odiosi ed impopolari (oltre che costosi) come quello dell’utilizzo dell’auto blu di servizio anche ben oltre gli impegni istituzionali: la giunta provinciale di Trento a trazione leghista è scivolata su una proposta di delibera (immediatamente ritirata, ma la frittata era fatta, soprattutto a livello d’immagine) di concedere il servizio di trasporto agli assessori provinciali e ai vertici delle aziende del sistema Provincia anche nei loro spostamenti casa-lavoro, a qualsiasi orario.

Insomma, in Piazza Dante a Trento qualche manina ha confezionato una delibera galeotta inserita nel mazzo di quelle da approvare durante la seduta settimanale di giunta che solo per caso è finita momentaneamente congelata. Qualche esponente della giunta provinciale Lega-Liste civiche deve avere pensato bene di allargare il servizio di trasporto degli assessori quando sono in trasferta per qualche missione istituzionale anche direttamente al loro domicilio, senza dovere esser costretti a tornare nella sede di Trento e poi guidare fino a casa con il loro mezzo privato.

C’è da capirli gli assessori della giunta leghista: troppo faticoso fare in molti casi decine di chilometri per guadagnare la propria abitazione quando, per qualche motivo istituzionale, ci si trova ad un passo da casa. Così come sarebbe comodo alla mattina venire prelevati a casa da un auto blu salita dal capoluogo per poi recarsi in assessorato senza lo stress del traffico mattutino.

Già che c’era, la manina ha fatto le cose per bene, estendendo il privilegio riservato ai soli assessori pure «anche agli amministratori degli enti strumentali della Provincia»: praticamente una decina di società.

Di fatto, la delibera se fosse stata approvata avrebbe costituito un deciso passo indietro, annullando il provvedimento voluto dalla precedente giunta di centro sinistra autonomista che aveva drasticamente ridotto il parco auto e l’utilizzo dell’auto blu ai «soli presidente e assessori, eccezionalmente dei dipendenti provinciali», escludendo tassativamente il servizio taxi al domicilio dell’esponente di giunta.

Se fosse passata la delibera, la giunta guidata dal leghista Maurizio Fugatti avrebbe con tutta probabilità dovuto pure allargare il proprio parco auto blu, visto che negli anni questo è stato ridotto ad un paio di ammiraglie, mentre gran parte degli spostamenti vip avviene tramite il ricorso ad autonoleggiatori privati. Ma sarebbe altresì stato un pessimo esempio di moralità, specie in un periodo come l’attuale, con incremento di spesa pubblica per un vezzo, quando in altre realtà, ad iniziare dal Veneto, gli esponenti di governo si muovono utilizzando solo i propri mezzi privati. Davvero un brutto scivolone.

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