Riaprire subito le attività a servizio della persona

Appello di Confartigianato Imprese Veneto alla pattuglia parlamentare regionale. Bond: «condivido pienamente l’appello delle 12.000 imprese artigiane venete».

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Il sistema Confartigianato Imprese Veneto ha chiesto a deputati e senatori eletti in Veneto per riaprire subito le attività di servizi alla persona (acconciatura, estetica, tatuaggio e piercing) con una pronta modifica al Dpcm del 2 marzo 2021 che reintegri le attività di acconciatura ed estetica nell’allegato 24, consentendone lo svolgimento nelle “zone rosse” ed evitando in tal modo il protrarsi della situazione di pericolo per i cittadini fruitori di tali servizi.

Con una lettera dei sette presidenti delle Associazioni territoriali di Confartigianato Imprese Veneto è stata espressa la situazione di allarme delle imprese dei settori dell’acconciatura e dell’estetica rispetto ai disagi provocati dalla chiusura di tali attività nelle “zone rosse” prevista dall’allegato 24 al Dpcm del 2 marzo scorso, nel quale i servizi dei saloni di barbiere e parrucchiere sono stati aggiunti ai servizi dei centri estetici, già esclusi dallo stesso allegato al Dpcm del 3 novembre 2020.

«Al di là dei pesanti danni economici a carico delle imprese, ben 12.000 quelle artigiane in Veneto che offrono lavoro a 24.500 addetti – sottolinea Roberto Boschetto, presidente di Confartigianato Imprese Veneto -, i provvedimenti hanno favorito – fin dalla prima chiusura del marzo dello scorso anno – una pericolosa e ormai ingestibile proliferazione dell’offerta irregolare, agevolata dalla disponibilità di soggetti che – a fronte dell’impennata della richiesta – continuano a erogare abusivamente al proprio domicilio o in quello del cliente, i servizi preclusi alle imprese. È stato fatto pertanto presente che la chiusura delle attività regolari, proprio in considerazione della particolare situazione emergenziale che vede un aumento costante dei contagi dovuti alla maggiore virulenza delle varianti del SARS-CoV-2, va a nostro avviso nella direzione opposta a quella auspicata dal Governo, andando ad amplificare il rischio piuttosto che contenerlo»”.

«Ci sono almeno tre validi motivi per la riaprire subito – spiega Tiziana Chiorboli, presidente della Federazione Benessere nazionale e regionale Veneto -. Primo, gli investimenti e le precauzioni adottati per l’adeguamento ai protocolli di sicurezza per garantire la salubrità dell’ambiente di lavoro e per evitare la diffusione del Coronavirus, garantiscono nei saloni e nei locali aziendali elevati ed efficaci livelli di prevenzione, ulteriori peraltro alle già rigide misure di sicurezza normalmente rispettate dagli operatori del settore a tutela della salute della propria clientela. Secondo, i saloni e i centri dove vengono prestate le attività di servizi alla persona non possono in alcun modo essere intesi quali luoghi di assembramento. Infine, permettendo la regolare apertura delle attività le imprese potrebbero contare sugli introiti derivanti dai servizi e dalle prestazioni resi alla propria clientela, senza gravare sui conti pubblici per gli ammortizzatori sociali ma anzi contribuendo in quota parte alla fiscalità generale».

L’appello degli operatori veneti dei servizi alla persona per riaprire subito le attività è fatto proprio dal deputato Bellunese di Forza Italia, Dario Bond: «è giusto che parrucchieri e centri benessere possano riaprire le loro attività, anche in “zona rossa”. Sostengo l’appello di Confartigianato Imprese Veneto. Raccolgo il disagio di una delle tante categorie economiche che stanno affrontando le difficoltà legate alle chiusure. Una crisi senza precedenti che rischia di trascinarsi a lungo. Quello che risulta difficile da comprendere è come mai a queste attività fosse concesso tenere aperto anche in “zona rossa” fino a qualche settimana fa, poi con il Dpcm 2 marzo le regole sono cambiate. Da parte mia massimo sostegno per lavorare alla ridefinizione del testo del Dpcm, per reintegrare le attività del benessere tra quelle che possono rimanere aperte».

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