Colap, decreto “Sostegni” insufficiente per le necessità del lavoro autonomo

Il fondo "anno bianco" per i professionisti con “buco” perché non prevede la figuratività del contributo in capo al professionista. Alessandrucci: «per il lavoro autonomo serve decisamente più attenzione».

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cida questione del lavoro autonomo sottopagato

Il mondo del lavoro autonomo, delle Partite Iva e, soprattutto delle professioni esce profondamente deluso dai contenuti del decretoSostegni” e, soprattutto, del provvedimentoanno bianco” che esonera i le Partite Iva dal pagamento dei contributi previdenziali. Lo afferma il Colap, il Coordinamento delle Libere Associazioni Professionali.

Il decreto Sostegni, varato dal governo Draghi dopo una lunga attesa contiene un’unica nota positiva: «l’eliminazione del riferimento ai codici Ateco per definire la platea dei beneficiari, anche se questo dimostra la necessità di riformarli al più presto, come sottolineato da anni dal CoLAP – afferma la presidente Emiliana Alessandrucci. Per il resto, rimane il fatto che i sostegni sono insufficienti: le Partite Iva sono state escluse ingiustamente dai ristori l’anno scorso e ora ci troviamo nella situazione in cui alcuni soggetti hanno preso doppi e tripli ristori mentre gli autonomi rimangono solo con questo sostegno. Anche sull’anno bianco delle Partite Iva, per cui le risorse sono più che raddoppiate, sarà necessario garantire la contribuzione figurativa, sennò la misura rischia di diventare più un danno che un aiuto».

Il problema degli indennizzi al lavoro autonomo è enorme: «ricordiamoci che molti professionisti sono stati esclusi dai precedenti ristori per via di codici Ateco inseriti spesso senza coerenza – sottolinea Alessandrucci -. Stesso discorso per molte microimprese che non sono rientrate tra i beneficiari degli aiuti pubblici. Quindi, questo contributo, che sarà intorno alla soglia minimale dei 1.000 euro, risulta assolutamente iniquo. Anche rispetto ad altre realtà che hanno già ricevuto dei sostegni avendo i loro codici Ateco tra quelli rientranti nella platea dei fruitori dei ristori. Il decretoSostegnidoveva essere il provvedimento della riconciliazione del governo con il mondo professionale. Così non è stato: era necessario fare di più e ci aspettiamo l’attenzione finora mancata nel prossimo intervento di scostamento di bilancio, con un intervento finalmente dedicato in modo specifico al mondo delle Partite Iva e delle professioni».

Alessandrucci accende un faro anche su un altro provvedimento, quello dell’“anno biancoprevidenziale per il lavoro autonomo, che prevede l’esonero dei versamenti per tutti coloro che abbiano un reddito professionale inferiore a 50.000 euro e una perdita di fatturato del 33% nel 2020 rispetto al 2019. «Le insidie risiedono nella mancata garanzia della contribuzione figurativa – spiega la presidente del Colap -: noi inviteremo i nostri associati che se lo possono permettere a non godere della misura. Altrimenti, quello che non verso oggi mi obbligherà a lavorare un anno di più a 70 anni. Stiamo ancora aspettando una risposta alla nostra richiesta di incontro con vari esponenti del governo Draghi. Ecco, se ci avessero incontrato queste problematiche si sarebbero evitate. Come CoLAP conosciamo bene le esigenze del mondo professionale e già da tempo abbiamo individuato quali siano i reali fabbisogni di questo settore. Quando vediamo i provvedimenti approvati dai governi, ci viene il dubbio che queste necessità non siano molto chiare».

E tra le “pezzeda mettere ad un provvedimento nato male (e, soprattutto, nato non per soddisfare le esigenze del lavoro autonomo) c’è anche l’equiparazione delle soglie dei vari provvedimenti, ad iniziare dal portare al 30% (se possibile anche a soglie inferiori) il livello minimo di accesso, senza la distinzione tra il fondo perduto (al 30%) e “anno bianco” (al 33%). Per non dire delle diverse soglie di reddito, 100.000 euro per il fondo perduto e 50.000 per l’“Anno bianco”.

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