Cosa succede attorno alla concessione A4 Brescia-Padova soprattutto a seguito della sentenza della sentenza della Cassazione di ottobre 2020 che conferma quella del Consiglio di Stato pronunciata nel 2019 che ha stoppato la realizzazione del primo lotto della Valdastico Nord?
Il dubbio se lo è posto il deputato di Forza Italia, Lucio Malan, che ha presentato più interrogazioni sul tema per capibrne di più di un “affaire” che risale al 2016, quando la “vecchia” proprietà costituita da Astaldi, dalla famiglia Tabacci e da banca Intesa (maggiore azionista) decide di cedere la proprietà della concessionaria.
Dopo una serie di trattative, a spuntarla è la spagnola Abertis che acquisisce una delle principali tratte autostradali italiane (ed europee) per la cifra di 594 milioni di euro con una condizione di pagamento quanto mai “originale”: a fronte di 5 milioni di euro pagato alla stipula, il restante è da saldare comodamente in soluzione unica a fine gennaio 2023.
Di fatto, Abertis (poi finita nell’orbita di quell’Atlantia del gruppo Benetton che possiede Autostrade per l’Italia ora finita nel mirino del governo per via dello scandalo del crollo del pbonte Morandi a Genova con 43 morti e a numerose gallerie e viadotti in precario stato di manutenzione con una revoca della concessione che ormai si è evaporata) pagherà con comodo con il frutto dei ricchi pedaggi incassati ogni anno dal giorno della stipula al saldo, avanzando pure una bella somma, visto che la concessione frutta una media di 1,2 milioni di euro al giorno.
Il problema della concessione della Brescia-Padova sta nel fatto che per il completamento dell’A31 Valdastico la società titolare si è vista prorogare la durata sia dell’A31 che della stessa A4 fino al dicembre 2026, proroga vincolata al fatto che l’A31 fosse completata da Badia Polesine fino all’interconnessione con l’A22 Autobrennero in Trentino.
Se per il tratto meridionale da Vicenza fino a Badia Polesine l’opera è stata completata, per quello settentrionale da Piovene Rocchette al Trentino le cose sono ancora in alto, altissimo mare, complice una ultra trentennale opposizione degli ambientalisti supportati dalle maggioranze di centro sinistra che hanno governato la provincia di Trento fino al 2018, con l’avvento della prima maggioranza di centro destra della storia dell’Autonomia speciale che ha aperto al suo completamento. Ma di qui ad avere completato il tratto nord della Valdastico entro il 2026 ce ne corre, specie dopo la sentenza della Cassazione che ha azzerato il lavoro di progettazione esecutiva del primo lotto settentrionale, in quanto ha ritenuto indispensabile che tutto il tratto nord venga progettato ed approvato unitariamente, non per lotti funzionali consecutivi.
La cosa ora pone la proroga dell’esercizio dell’A-4/A31 a rischio violazione delle norme europee, con conseguenti sanzioni dell’Italia.
Buona visione.
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