Decreto “Sostegni” Bis: Unimpresa denuncia il taglio alla garanzia statale sui prestiti alle Pmi

Spadafora: «il Paese e le imprese sono ancora in piena crisi economica. Assurdo ridurre la liquidità a Pmi e professionisti che hanno subito perdite di fatturato drammatiche».

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Agevolazioni fiscali Italia del malgoverno Taglio alla rivalutazione pensioni

Il decreto “Sostegnibis in corso di approvazione taglia le garanzie statali sui prestiti alle aziende italiane: cala dal 100% al 90% la garanzia statale per i prestiti delle banche fino a 30.000 euro concessi alle Partite Iva e alle piccole e medie imprese.

Per i finanziamenti superiori a 30.000 euro il piano di rimborso passa da 6 a 8 e fino a 10 anni, ma anche in questo caso il paracadute pubblico si riduce, rispettivamente, dal 90% al 70% per i piani di rientro fino a 8 anni e dal 90% al 60% per quelli fino a 10 anni.

Il Centro studi di Unimpresa ha esaminato la bozza del decreto leggeSostegnibis che il governo dovrebbe approvare nei prossimi giorni in anteprima trovando questa sgradita sorpresa.

«Queste misure hanno l’effetto di ridurre la liquidità alle Pmi e alle Partite Iva che continuano a fare i conti con perdite di fatturato drammatiche – commenta il vicepresidente di Unimpresa, Giuseppe Spadafora -. Siamo ancora in piena emergenza economica, il Paese non è ancora uscito dalla profonda crisi e l’effettorimbalzo del Pil nel 2021, rispetto alla caduta del 9% registrata l’anno scorso, non si distribuirà in maniera equa su tutti i nostri settori produttivi o dei servizi. Ne consegue che il governo dovrebbe assicuraresostegni fino al termine della pandemia, anche per consentire una pianificazione più serena agli operatori economici».

Conseguenza di questa decisione, se non verrà corretta in sede di stesura finale, secondo Spadafora «con questo provvedimento si va verso una secca riduzione del credito, perché la minore garanzia pubblica imporrà alle banche una diminuzione dei finanziamenti erogati alla clientela».

Nel dettaglio, per quanto riguarda le garanzie, queste sono solo apparentemente più ampie. Se, da un lato, si allunga la durata della garanzia, dall’altro, viene ridotta drasticamente la copertura da parte dello Stato. Tutto ciò, probabilmente, cagionerà una contrazione sugli importi dei prestiti chiesti dalle imprese in banca.

Quanto, poi, alle moratorie ovvero al congelamento delle rate dei prestiti delle imprese, il governo intende introdurre una proroga da giugno 2021 a dicembre 2021: sei mesi in più di sospensione che, tuttavia, interessa la sola quota capitale delle rate, costringendo, quindi, le imprese a restituire, a partire da luglio, la “fetta” della rata relativa agli interessi. L’allungamento della moratoria, in ogni caso, non è automatico: spetta, infatti, all’impresa cliente presentare una specifica domanda in banca, in assenza della quale, da luglio scatta l’obbligo di tornare a pagare le rate con regolarità, strozzando sul nasce la flebile ripresa.

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