Trentino, la Corte Costituzionale boccia la giunta Fugatti sui segretari comunali

No ai dirigenti di fiducia scelti dai governi comunali. Tonini (Pd): «ennesimo fallimento del governo dell’Autonomia targato Lega». 

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In molti avevano criticato quella che già dall’inizio sembrava un’inutile prova di forza, un rodomontesco sfoggio di muscoli a tutto beneficio delle tante amministrazioni comunali che mal digeriscono la presenzadi un funzionario indipendente il cui compito è di garantire il corretto funzionamento della “macchinacomunale a prescindere dai desiderata delle maggioranze politiche di turno: la Corte Costituzionale ha bocciato la norma fortissimamente voluta sui segretari comunali dalla giunta leghista che guidal’Autonomia speciale del Trentino.

La norma era stata votata dal Consiglio regionale del Trentino Alto Adige nel dicembre 2019 su propostadella Lega del Trentino (con la sostanziale acquiescenza della Svp, oggettivamente poco interessata alla questione) sull’onda del successo elettorale delle elezioni provinciali del 2018 e di quelle comunali, con parecchie amministrazioni locali passate dal centro sinistra al centro destra.

Il presidente della giunta provinciale trentina, il leghista Maurizio Fugatti, ha cavalcato le richieste delle nuove amministrazioni comunali che vedevano nella figura del segretario comunale inamovibile una sortadi ostacolo ad attuare il “nuovo corso” delle amministrazioni di centrodestra.

A Febbraio 2020 il governo BisConte ha sollevato il conflitto dinanzi alla Corte Costituzionale che, nella sua sentenza, demolisce senz’appello l’operato della maggioranza leghista, sia nella parte che istituival’albo dei segretari comunali suddiviso in due sezioni, con la possibilità di inserirvi anche soggetti che non avevano passato il regolare concorso pubblico, che in quella che prevedeva la possibilità da parte del Consiglio comunale, su proposta del sindaco, di revocare l’incarico al segretario comunale non solo per gravi violazioni ai doveri d’ufficio o del contratto collettivo di lavoro, ma anche a seguito di una valutazione negativa dei risultati del funzionario per tre anni consecutivi nel corso dell’incarico. Un giudizio eminentemente discrezionale e politico.

Per la Corte Costituzionale la norma voluta dalla Lega trentina è decisamente incostituzionale che lede la parità di trattamento tra i cittadini nell’accesso alla funzione e dell’imparzialità e autonomia del segretario comunale.

L’ennesima bocciatura del governo leghista ha dato il destro a una dura critica da parte delle opposizionidi centro sinistra. «Abbiamo contestato fin dall’inizio il contenuto di questo provvedimento – afferma il consigliere provinciale Pd, Giorgio Tonini – e ora la Corte Costituzionale certifica l’ennesimo fallimento politico della giunta Fugatti».

Per i consiglieri Dem «a causa dell’arrogante faciloneria della Lega Salvini Trentino si è creato un vulnus operativo che ha lasciato decine di comuni trentini senza un segretario comunale, inficiando l’operatività di molte amministrazioni».

Il rischio, secondo gli esponenti Dem, è «che a forza di fare queste figuracce istituzionali anche l’Autonomia speciale vada ad indebolirsi e a perdere di credibilità». Il che, per una forza politica che si è sempre dichiarata (almeno nel passato) autonomista e federalista, sarebbe un clamoroso contrappasso.

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