Al via anche in Italia l’esproprio dei conti correnti con i tassi negativi

Provvedimento applicato per le liquidità depositate oltre i 100.000 euro. Bitonci: «dopo l’esproprio delle case con l’ulteriore proroga degli sfratti, ora tocca ai conti correnti degli italiani». 

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2012
inflazione conti correnti

In Italia tira una brutta aria per la proprietà privata con vari esponenti di governo vecchio e nuovo che tifano per l’esproprio con finalità sociali. Dopo l’ennesima proroga degli sfratti ripetuta anche dal governo Draghi che finisce per penalizzare soprattutto la piccola proprietà edilizia, quella che ha investito i risparmio la liquidazione in un immobile che è solo fonte di preoccupazioni e di tasse da pagare sempre e comunque, ora scatta la caccia ai risparmi degli italiani accumulati nei conti correnti, con l’applicazione dei tassi negativi sulle somme giacenti oltre i 100.000 euro.

Un fatto che ha destato la reazione del responsabile attività industriali della Lega, il deputato padovano Massimo Bitonci che ha depositato un’interrogazione al ministro dell’Economia e Finanze per avere chiarimenti.

«Desta preoccupazione quanto emerso sui principali organi di informazione della scelta di alcune banche, a livello internazionale, di iniziare ad applicare sui depositi di conto corrente dei tassi di interesse negativo, andando ad incidere quindi sulla loro liquidità – attacca nella sua richiesta Bitonci -. In particolare, secondo quanto riportato dalla testata Milano Finanza 19 marco 2021, Fineco Bank avrebbe inviato una lettera ai propri clienti in cui informava che avrebbe chiuso un conto corrente, con preavviso, nel caso di deposito superiore ai 100.000 euro intestato a clienti che non avessero in corso alcuna forma di finanziamento o alcun tipo di investimento».

Secondo Bitonci, «le ragioni per cui le banche potrebbero decidere di abbassare il limite per fare scattare i tassi negativi, a danno della clientela, sarebbe dovuto alla poca convenienza di liquidità giacente nei depositi bancari, una situazione che preoccupa non poco gli imprenditori italiani che, per tramite dell’associazione Unimpresa, nell’esprimere le proprie perplessità, hanno dichiarato “I tassi negativi sui conti correnti applicati dalle banche italiane, per ora solo sui depositi con saldo superiore a 100.000 euro, sono un’aberrazione, specie in una situazione così difficile a causa della pandemia da Covid”».

All’estero va anche peggio: la Danske Bank ha comunicato di «abbassare la soglia per imporre i tassi di interesse negativi sui depositi dei clienti retail da 250.000 corone (l’equivalente di 32.000 euro) a 100.000 corone (13.500 euro circa) e introduce uno spread sui tassi compreso tra -0,75% e –1% alle aziende clienti. Il cambiamento partirà dal 1° luglio del 2021».

Il problema di fondo sta nel fatto che la Banca centrale europea applica ormai da mesi tassi negativi sulla liquidità che le varie banche depositano presso di lei, erodendo pesantemente i margini di redditività, visto che imprese e privati cittadini, complice la crisi economica, hanno ridotto grandemente la spesa, accumulando risorse finanziarie che non sono state investite, anche a causa dell’incertezza degli scenari globali.

La situazione è delicata e l’applicazione dei tassi negativi, su cui Bitonci ha chiesto «al governo di sorvegliare attivamente la situazione in stretto rapporto con le istituzioni finanziarie di vigilanza» fa tornarealla memoria la notte del 10 luglio 1992, quando furtivamente l’allora governo Amato tosò con una gabelladel 6%o tutte le giacenze liquide raccogliendo un grisbì di 8.000 miliardi di vecchie lire.

I 1.746 miliardi di euro di liquidità presenti ora sui conti correnti di privati e aziende italiane, cresciuti di 200 miliardi nel corso della pandemia, fanno comunque gola a molti, specie a sinistra, dove si ipotizza una nuova tosatura che potrebbe anche aggirarsi al 10%o ovvero l’1% delle giacenze: un prelievo che si tradurrebbe in 10 euro ogni 1.000 depositati utile per arginare la corsa verso quota 3.000 miliardi del debito pubblico italiano.

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