La Corte Europea chiede chiarimenti sulla condanna di Berlusconi per frode fiscale

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La Corte Europea dei Diritti Dell’uomo ha chiesto al Governo italiano di chiarire le motivazioni dietro la sentenza della Cassazione che nel 2013 condannò a quattro anni di reclusione Silvio Berlusconi per frode fiscale nel processo Mediaset.

L’inchiesta riguardava la compravendita di diritti televisivi da parte di Mediaset attraverso società offshore, riconducibili al gruppo di Berlusconi. Secondo l’accusa, Mediaset comprava diritti di film girati negli Stati Uniti attraverso società offshore, che a loro volta li cedevano ad altre società gemelle, facendo lievitare il prezzo dei diritti a ogni passaggio, generando e occultando fondi neri.

Sul verdetto del 2013 i legali di Silvio Berlusconi – che nel frattempo ha scontato la pena ed è stato rieletto al Parlamento europeo dopo aver ottenuto la riabilitazione – hanno presentato alla Corte una ricostruzione in cui si ripercorre la vicenda giudiziaria che è arrivata fino alla dichiarazione di colpevolezza dell’imputato, condannato per frode fiscale, da parte del tribunale e della Corte d’appello di Milano nel 2012 e nel 2013, confermata dalla Cassazione nell’estate dello stesso anno.

In seguito a quella sentenza l’ex premier decadde da senatore; da allora ha scontato la pena, ha ottenuto la riabilitazione ed è stato rieletto al Parlamento europeo.

Il ricorso è stato presentato dagli avvocati del leader di Forza Italia ai giudici di Strasburgo nel 2014: al centro della richiesta di revisione una serie di presunte violazione dei diritti della difesa, dal taglio dei testimoni alle mancate traduzioni in italiano di alcuni documenti.

Al Governo italiano sono state rivolte 10 domande alle quali si attende risposta entro il prossimo 15 settembre.

Alle osservazioni del Governo italiano replicheranno poi i difensori di Berlusconi, leader di Forza Italia, in un contraddittorio scritto che infine porterà al verdetto finale.

Il team di legali a fianco di Berlusconi è composto dagli avvocati Andrea Saccucci, Franco Coppi, Niccolò Ghedini, Bruno Nascimbene, Keir Starmer e Steven Powles.

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