Canone Rai: la Ue impone l’addio alla bolletta elettrica voluta da Renzi

Ritorno all'antico, con Bruxelles che chiede di eliminare gli oneri impropri dai costi sull'energia. Draghi pronto a ad intervenire nella prossima legge sulla Concorrenza. 

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canone rai

Addio canone Rai nella bolletta elettrica, pari ad un balzello di 9 euro spalmato su 10 mensilità. La cosa si deve all’Unione Europea che ha imposto all’Italia di eliminare tutti gli oneri impropri che gravano sulle bollette elettriche e che il governo Draghi si è impegnato a rispettare nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).

Il provvedimento che solleva tutti i venditori di energia dall’obbligo di «raccogliere tramite le bollette somme che non sono direttamente correlate con l’energia» potrebbe essere contenuto all’interno della prossima legge sulla Concorrenza che il Consiglio dei ministri dovrebbe varare già nel corso della settimana e diventare operativa entro la fine del 2021.

La richiesta di Bruxelles si basa sulla constatazione del fatto che l’inserimento del canone Rai nella bolletta dell’elettricità introdotto dal governo di Matteo Renzi ha sì gonfiato gli importi delle bollette, ma ha anche avuto il merito di azzerare quasi del tutto l’evasione da una delle gabelle più odiate dagli italiani, con una media del 30% e picchi anche del 100% in alcune realtà italiane.

Ora tocca al governo Draghi trovare una soluzione al problema dell’incasso del canone Rai per evitare il ritorno all’evasione di massa, anche se l’inserimento in bolletta dovrebbe avere consentito la creazione di un’anagrafe dettagliata dei soggetti tenuti al pagamento, cosa che prima non era possibile.

Intanto, da parte del sindacato dei giornalisti Rai è scattato l’allarme rosso per quella che è di fatto la maggiore realtà editoriale del Paese in grado di assicurare ai tanti, troppi dipendenti della televisione di Stato stipendi buoni, spesso sopra la media del mercato e con tanti casi di redattori gallonati rispetto alla truppa semplice, molti di più rispetto a realtà come Mediaset o delle altre televisioni private. L’Usigrai è in allarme rosso per via del venire meno della certezza delle risorse, specie in una condizione di mercato di pubblicità stagnante, con un’azienda che chiude il 2020 in rosso di ben 57 milioni di euro dovuti al calo delle entrate pubblicitarie, ma che nel 2021 si amplierà fino a 220 milioni soprattutto per i 137 milioni di euro per i diritti dei grandi eventi sportivi per la trasmissionedegli Europei di calcio e le Olimpiadi.

Non solo: a pesare negativamente c’è anche il miliardo di euro in stipendi e l’altro miliardo per l’acquisto di beni e servizi a fronte di 1,76 miliardi di entrate dal canone tv e ai circa 600 milioni dalla pubblicità. Forse in Rai il nuovo consiglio di amministrazione dovrebbe pensare a passare la falce su collaborazioni strapagate e razionalizzare finalmente la forza lavoro, che ha più dipendenti di tutte le altre grandi televisioni nazionali messe assieme.

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