Caro carburanti effetto valanga sul carrello della spesa

Secondo Coldiretti, l’Italia ha il costo chilometri più alto d’Europa: 1,12 euro/chilometro, giusto il doppio della Romania. Rincari anche per gli spostamenti durante le vacanze. 

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Mentre si ipotizza un futuro dove la mobilità di merci e persone viaggia ad idrogeno o in elettrico, intanto l’Italia deve confrontarsi con il caro carburanti, con un livello di prezzo record assoluto in Europa, che si riversa puntualmente sul costo di trasporto delle merci, visto che oltre l’85% viaggia su gomma a mezzo di camion e furgoni, con pesanti ricadute anche sul prezzo dei beni di consumo, ad iniziare dagli alimentari.

Secondo Coldiretti, i recenti forti aumenti del prezzo dei carburati, benzina e gasolio, avrà pesanti conseguenze sia sul costo degli spostamenti delle vacanze (circa 90 euro il costo di un pieno di carburante) e del carrello della spesa.

L’aumento è destinato a contagiare l’intera economia perché se salgono i prezzi del carburante si riduce – sottolinea la Coldiretti – il potere di acquisto delle famiglie che hanno meno risorse da destinare ai consumi. A subire gli effetti dei prezzi alla pompa è anche l’intero sistema agroalimentare, dove i costi della logistica arrivano ad incidere fino dal 30 al 35% sul totale dei costi per frutta e verdura.

Secondo l’ultima analisi del centro studi Divulga, in Italia il costo medio chilometrico per le merci del trasporto pesante è pari a 1,12 euro/chilometro, più alto di nazioni concorrenti come la Francia (1,08) e la Germania (1,04), ma addirittura doppio se si considerano le realtà dell’Europa dell’Est: in Lettonia il costo dell’autotrasporto è di 0,60 euro al chilometro e in Romania 0.64. Si tratta di un aggravio per gli operatori economici italiani superiore dell’11% rispetto alla media europea – afferma la Coldiretti – e che colloca l’Italia al 30° posto nella classifica mondiale stilata dal Global Competitiveness Report (GCR), curato dal World Economic Forum, che monitora il livello di competitività delle economie mondiali, valutando anche il livello delle infrastrutture.

«Per questo con il Pnrr bisogna agire sui ritardi strutturali dell’Italia e sbloccare tutte le opere che migliorerebbero i collegamenti tra Sud e Nord del Paese, ma pure con il resto del mondo per via marittima e ferroviaria in alta velocità, con una rete di snodi composta da aeroporti, treni e cargo – afferma il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini -. Si tratta di una mancanza che ogni anno rappresenta per il nostro Paese un danno in termini di minor opportunità di export al quale si aggiunge proprio il maggior costo della “bolletta logistica” legata ai trasporti e alla movimentazione delle merci».

Ma sulla bilancia del caro carburanti finisce anche l’eccessivo peso fiscale gravante sui carburanti, da sempre utilizzati come un bancomat di Stato per incassare rapidamente risorse fresche. Con le accise che pesano sui carburanti italiani per circa 1.000 euro/tonnellata, sarebbe opportuno attivare una consistentetosata” per dare alle imprese maggiore competitività e alle famiglie più potere d’acquisto. A chi propone di aumentarle ancora per disincentivare il traffico, meglio rispondereabbiamo già dato”.

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