Imprese trentine fiduciose ma una su 5 denuncia il declino

Per gli industriali trentini gli effetti dell’Autonomia speciale i termini di semplificazione e maggiore impulso allo sviluppo tardano a concretizzarsi. Troppa burocrazia e poca innovazione 

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Le imprese trentine associate a Confindustria Trento traccia un quadro in deciso chiaroscuro sull’azione di governo della provincia di Trento e dell’Autonomia speciale da parte della giunta a guida del leghista Maurizio Fugatti, giudicando il Trentino «un territorio in declino».

Se per gli imprenditori la situazione in azienda è positiva, viceversa sul fronte pubblico c’è molto da fare, specie sul fronte dell’innovazione. L’indagine condotta da “The European HouseAmbrosetti” traccia un quadro tra timori e aspettative degli imprenditori «fornendo risultati importanti sui quali riflettere» ha detto il direttore generale di Confindustria Trento, Roberto Busato, presentando l’esito dell’indagine nell’ambito del progetto “Duemilatrentino-futuro presente” assieme al presidente Fausto Manzana e all’amministratore delegato di Sparkasse, Nicola Calabrò (sponsor del progetto).

Lorenzo Tavazzi di Ambrosetti ha presentato i contenuti dell’indagine condotta su circa 150 aziende che hanno risposto (il 40% con un fatturato fino a cinque milioni, il 60% sotto i 50 dipendenti). Quanto al Pil pro capite dal 2010 al 2019, il Trentino si mantiene dieci punti percentuali sotto l’Alto Adige e peggio rispetto alle regioni austriache e tedesche limitrofe.

L’82,7% degli intervistati giudica «molto positiva» o «leggermente positiva» la «situazione attuale del business della sua impresa», mentre il giudizio «molto negativo» è limitato al solo 5,8% dei casi. Decisamente più ottimistiche le prospettive per il prossimo futuro: a indicare come «molto positivo» o «leggermente positivo» il giudizio sull’andamento dell’azienda è il 91,1% degli intervistati.

Sono «dati più alti rispetto alla media nazionale – ha sottolineato Tavazzi -. Ma c’è un campanello d’allarme legato alla situazione del Trentino: se il 54,4% delle imprese trentine giudicastabile” la situazione della Provincia e il 20,1% la percepiscein crescita”, c’è anche un 18,8% che vede un andamentoin declino”». Un sentiment che Confindustria Trento lancia sul tavolo del governo provinciale con l’invito ad intervenire senza ritardi.

Comunque, il Trentino offre alle imprese opportunità di sviluppo secondo il 68,2% degli intervistati, mentre il 18,8% non condivide questo scenario in quanto la Provincia pecca in alcuni ambiti precisi: dalla scollatura tra il sistema della ricerca e il mondo delle imprese fino alla scarsa collaborazione tra aziende, dalla ridotta propensione all’innovazione delle imprese trentine fino alla eccessiva presenza pubblica con la relativa burocrazia, spesso asfissiante, che condiziona lo sviluppo del territorio trentino nei prossimi 5 anni.

Oltre alla burocrazia dell’Autonomia che non invidia quella statale, la mancanza di adeguate forze lavoro, gli imprenditori lamentano al governo provinciale anche la scarsità di innovazione soprattutto a causa della «scarsa apertura del territorio» e il «ridotto dinamismo culturale», con una spesa totale in ricerca e sviluppo inferiore a quella del NordEst (nel 2018 1,64% del Pil) con un Trentino fermo al 1,54%, con un andamento in calo dal 2009 al 2018.

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