Cts, le discoteche possono riaprire al 35% di capienza. Silb: troppo poco

Pasca: «condizioni molto penalizzanti». Grassi: «il governo riveda le norme». Indino: «abbiamo già gli indici più bassi d’Europa». 

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Il Cts, il Comitato tecnico scientifico che supporta il ministro alla Salute nella gestione degli effetti derivanti dalla pandemia da Covid-19, ha dato parere positivo alla riapertura delle discoteche, uniche attività che sono chiuse da quasi due anni, ma con pesanti limiti operativi, tra cui una capienza limitata al 35%.

Per Maurizio Pasca, presidente del Silb, il Sindacato italiano dei locali da ballo, «era prevalsa una leggera euforia quando abbiamo saputo che il Cts aveva dato parere favorevole alla riapertura dei nostri locali, che sono chiusi da 20 mesi. Ma poi l’euforia è stata smorzata dalle condizioni molto penalizzanti che sono state stabilite, non tanto per il green pass e mascherine, quanto la capienza limitata al 35%. La cabina di regia giovedì si esprimerà su un ulteriore aumento della capienza di cinema, teatri, stadi, forse addirittura al 100% all’aperto e all’80% al chiuso e noi invece al 35% contro il 75% della Spagna».

Le discoteche italiane, secondo Pasca, «sono già soggette a capienze più limitate rispetto a quelle degli altri Paesi europei. Aspettiamo che il Consiglio dei ministri si esprima nel merito. Noi certamente con questa capienza non rientriamo coi costi, però dopo 20 mesi di chiusura forzata non possiamo più permetterci di rimanere chiusi».

I numeri sono oggettivamente penalizzanti: «Chi potrà riaprire riaprirà, ma un locale da 500 posti al 35% di capienza avrebbe 175 persone e sicuramente non rientra nei costi, anche perché nel 35% è compresoanche il personale» puntualizza Pasca.

Ribadisce su questo punto Gianni Indino, presidente del Silb-Fipe Emilia Romagna: «si pensi solamente a quanto personale serve per organizzare una serata, dai barman ai tecnici, dai dj al personale per la sicurezza. Riempiendo il locale solo al 35% non si coprirebbero nemmeno i costi vivi. Vogliamo tornare a lavorare, ma non possiamo rimetterci. Non capiamo davvero perché, se tutti gli avventori devono essere muniti di green pass, non si possa avere una capienza ben più alta. A maggior ragione adesso che il governo ha deciso per l’ampliamento delle capienze per tutti i settori dello sport e dello spettacolo, all’aperto e al chiuso».

Per Filippo Grassi, responsabile nazionale del comparto intrattenimento-discoteche di FiepetConfesercenti, questo «è un primo passo verso la riapertura. Auspichiamo, nei prossimi giorni, che il Governo possa rivedere le percentuali di capienza dei locali da ballo. La stragrande maggioranza dei locali da ballo al chiuso da noi censiti presso i nostri associati ha una capienza inferiore alle mille unità. Con il limite del 35%, gli imprenditori non sono in grado di sostenere i costi e diventa molto difficile, se non impossibile, riavviare le attività. C’è bisogno di un segnale di fiducia forte, gli imprenditori vogliono ripartire ed hanno investito cospicue risorse per mettere in sicurezza i locali mentre ricordiamo che l’abusivismo dilaga, in locali spesso inadatti ad ospitare qualsiasi tipo di evento perché privi di qualsiasi sistema di sicurezza e controllo».

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