COP 26, nulla di concreto per ridurre tangibilmente l’inquinamento

Tante chiacchiere, tante comparsate delle aziende sponsor (con annesse donazioni milionarie), ma tutto procede come prima, peggio di prima, specie in India e Cina. 

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Dopo i primi due giorni della Cop 26 in corso a Glasgow in Scozia con gli interventi dei leader dei paesi che sono intervenuti, lo sforzo per ridurre le emissioni inquinanti sembra essersi vanificato dinanzi alle varie proposte, che sono pure peggiorative dei vari blandi impegni presi dai paesi del G20 al vertice di Roma.

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Di fatto, chi inquina continuerà a farlo, incrementando il proprio apporto nocivo, mentre chi ha già iniziato il cammino verso l’azzeramento delle emissioni di fatto farà un’inutile fatica che sarà controbilanciato da coloro che aumenteranno il loro inquinamento. Il problema è che il clima e l’ambiente non hanno frontiere e con i comportamenti negativi che paesi come India e Cina continuano a tenere a nulla varranno i bei gesti dei paesi europei e degli Usa per azzerare la propria impronta climalterante.

Si rischia di assistere ad un colossale fenomeno di dumping sociale ed economico a danno dei paesi che vogliono essere climaticamente virtuosi, visto che la riduzione dell’inquinamento ha costi ingenti che chi continua ad inquinare non sopporta, con il risultato che le merci prodotte con energie fortemente inquinanti costeranno di meno di quelle prodotte nel rispetto dell’ambiente, con pesanti conseguenze anche sull’occupazione.

Se lotta contro l’inquinamento deve essere, questa deve riguardare tutti, anche quei paesi che sono oggi sulla via della crescita e dello sviluppo, perché attendere il 2060 (Cina) o addirittura il 2070 (India), come hanno annunciato alla Cop 26rischia di vanificare gli sforzi e innescare fortissime tensioni sociali.

Interessante, a questo proposito, il grafico sul mix energetico dei vari paesi del G20, dove il carbone è protagonista assoluto soprattutto nei paesi meno sviluppati, con la Cina che ne consuma 13 milioni di tonnellate al giorno.cop 26

Quanto all’Europa e, soprattutto, all’Italia si deve utilizzare senza remore tutto il mix di energie disponibili, efficentandone il consumo e l’efficienza, puntando a sfruttare le risorse interne di gas metano sia per ridurre la bolletta energetica delle importazioni nazionali sia per assicurare l’approvvigionamento, viste le tensioni in corso sulla rete dei gasdotti a servizio dell’Europa che mettono a rischio le forniture nella stagione più critica dei consumi.

Ecco come la graffiante matita di Domenico La Cava interpreta la situazione.cop 26

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