Pnrr e spesa nel Mezzogiorno: la pratica dello scialo continua

La regione Sicilia stanzia 3 milioni per assumere i primi 46 di 600 nuovi forestali. A Napoli il nuovo sindaco chiede a Roma 200 milioni all’anno per nuove assunzioni.

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Nelle stanze del governo inizia ad accendersi l’allarme rosso sul futuro della spesa delle risorse del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) che spetteranno alle amministrazioni del Mezzogiorno per via delle richieste di finanziamenti soprattutto per nuove assunzioni prima ancora di avere fatto una seria opera di revisione e riqualificazione degli organici e della relativa spesa.

La regione Sicilia ha approvato il bando di concorso con una spesa di 3 milioni per il 2021 volto all’assunzione dei primi 46 nuovi forestali di un contingente di 600 futuri assunti. Un’assunzione dovuta all’elevata età media dei componenti del corpo, attualmente circa 60 anni, e al fatto che l’ultimo concorso di settore si è svolto nel 1996.

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Peccato che a 25 anni di distanza, la regione Sicilia sia ancora un pachiderma relativamente al numero del contingente dei forestali, soprattutto rispetto alla superficie del territorio su cui operare. I forestali di ruolo sono 12.000, cui s’aggiungono 20.000 stagionali e dipendono dall’assessorato all’Agricoltura, sviluppo rurale e pesca. Lavorano all’interno delle aree naturali protette, nei parchi regionali, e nell’Azienda foreste demaniali della Regione.

Probabilmente, nessuno sa quanti siano di preciso i “forestalisiciliani, ma sono un vero esercito, che va da un minimo di 21.000 ad un massimo di 30.000 persone. Un numero davvero impressionante, specie se lo si raffrontaad altre realtà mondiali. In tutto il Canada, un paese immenso che si estende su sei fusi orari, notoriamente ricoperto di boschi e foreste, le guardie forestali sono soltanto 4.200 persone e tutelano 400.000 km quadrati di foreste. In Sicilia 25.000 persone in media all’anno controllano e tutelano 3.400 km quadrati di territorio forestato. Di fatto, in Canada c’è un Ranger ogni 95 kmq, mentre in Sicilia c’è una Guardia forestale ogni 0,136 kmq, ovvero poco più di un fazzoletto di terreno.

Sempre nel Mezzogiorno, le cose non vanno meglio nella vicina Calabria, dove su un territorio di 6.500 kmq coperto da foreste sono attivi 10.500 addetti che costano ogni anno 240 milioni di euro (160 milioni dal Governo nazionale e 80 dalla regione Calabria) oltre 2,5 volte l’intera spesa che il Canada destina alla gestione del proprio immenso patrimonio forestale, il più vasto al mondo.

Le cose non vanno meglio risalendo la Penisola: a Napoli il neo sindaco e già ministro all’Istruzione, Gaetano Manfredi, ha presentato al governo nazionale una lista della spesa straordinaria di 200 milioni all’anno per rimpolpare la pianta organica comunale, oltre che ridurre parte dell’enorme debito comunale, più volte sull’orlodel dissesto grazie alla disinvolta gestione dei sindaci degli ultimi lustri, tra cui si è particolarmente distinto Luigi De Magistris.

Ecco, per tutti questi casi delle amministrazioni del Mezzogiorno, prima di presentare la lista della spesa si farebbe meglio a fare le pulizie generali, recuperando efficienza ed efficacia alla struttura organizzativa e funzionale, procedendo poi a nuove immissioni. Cambiare l’ordine delle cose non cambia nulla, anzi forse le peggiora pure senza risolvere situazionioggettivamente incancrenite e ingestibili. Forse, in certi contesti sarebbe meglio sospendere la gestione ordinariadelle amministrazioni più sgarrupate causa una classe politica incapace e imprevidente, affidando la gestione per un congruo periodo di tempo a commissari governativi.

Ecco come la graffiante matita di Domenico La Cava interpreta la situazione.mezzogiorno

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