La crisi dell’editoria trentina protagonista della Conferenza provinciale sull’informazione

L’Autonomia trentina in ritardo sul sostegno al settore strategico per la democrazia. Lombardia, Emilia Romagna, Lazio e pure la Puglia già intervenuti per aiutare la piccola editoria. Ambrosi: «siamo in ritardo, ma recuperiamo». 

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Alessia Ambrosi (Fratelli d'Italia), presidente della V Commissione del Consiglio provinciale di Trento.

La crisi dell’editoria trentina è dovuta, da un lato, dalla presenza di un pesante monopolio informativo con annessa raccolta pubblicitaria mentre, dall’altro, c’è una piccola editoria indipendente che cerca di sopravviveretra calo delle entrate pubblicitarie e spese sempre in crescita, con in più una transizione tecnologica che comporta investimenti non indifferenti.

In Trentino non si esagera se si dice che il panorama informativo è a rischio di eccessiva uniformità e concentrazione verso la “voce unica”, con pesante detrimento dell’affermazione del principio costituzionale e democratico della libertà d’informazione.

Per evitare che l’informazione cada ancora di più in crisi, regioni come Lombardia, Emilia Romagna, Lazio e Puglianelle ultime settimane hanno avviato piani straordinari di sostegno all’editoria locale, stanziando risorse cospicue(Lazio e Puglia due milioni ciascuna).

L’Autonomia speciale trentina è ancora ferma, nonostante i soldi ci siano e che interi settori in crisi dell’economia turistica e manifatturiera siano stati letteralmente ricoperti da contributi pubblici.

Del tema della crisi dell’editoria trentina si occuperà la prossima Conferenza provinciale sull’informazione chedovrà fare il punto sull’attuazione della legge provinciale di settore che necessità di una forte rivisitazione per passare da un criterio quantitativo ad uno qualitativo, che premi la qualità e la ricchezza dell’informazione prodotta e,, soprattutto la piccola editoria indipendente piuttosto che il monopolio informativo. Uno scenario di cui è convinta la presidente della V Commissione legislativa del Consiglio provinciale di Trento, Alessia Ambrosi(Fratelli d’Italia) che è competente per il settore.

«I problemi dell’editoria in Trentino sono molto forti, soprattutto dopo la chiusura improvvisa del quotidianoTrentino” da parte della proprietà che si è concentrata solo su “L’Adige”, facendo venire meno il già scarso pluralismo editoriale e con numerosi giornalisti rimasti senza lavoro Un problema di non poco conto – sottolinea Ambrosi – visto che il gruppo Athesia è monopolista assoluto dell’informazione a livello provinciale e regionale, gestendo i quotidiani e periodici locali, molte radio e portali web».

Ambrosi non vuole rimanere inerme dinanzi ai problemi dell’editoria locale, «anche per dare uno sbocco professionale ai molti giornalisti disoccupati che stanno lasciando il settore e, soprattutto, per innalzare i guadagnidei tanti collaboratori delle testate, indispensabili per la produzione dei giornali, che vengono retribuiti con la vergogna di 3-5 euro lordi a pezzo».

Per la presidente della V Commissione «è necessario che anche il Trentino vari, come hanno già fatto altre regioni, un piano straordinario di sostegno agli editori, assegnando un contributo fisso a ciascun editore – e non sulla base delle testate giornalistiche editate per non favorire la posizione monopolitistica – che abbia già presentatodomanda di finanziamento nell’ambito della procedura ordinaria, a valere già per l’anno fiscale 2021. Si tratta di un sostegno indispensabile e all’insegna dell’equità, perché l’editoria non può essere trattata in modo peggiorativo rispetto ad altri settori dell’economia provinciale».

Ambrosi guarda anche al futuro: «in occasione della Conferenza provinciale sull’informazione punto a rivedere in profondità l’attuale regolamento di attuazione della legge provinciale, anche per adeguarlo alla mutata realtà editoriale, per evitare che i contributi pubblici finiscano in gran parte assorbiti dal monopolio editoriale. Punto al raddoppio dei fondi ordinari disponibili che dovranno essere erogati sulla base di criteri qualitativi piuttosto che quantitativi come avviene oggi, con l’avvio anche di un fondo straordinario per l’innovazione tecnologica del settore, rivolto in particolare ai piccoli editori per accompagnarli all’adeguamento della loro struttura tecnologica, per affrontare il passaggio al nuovo digitale televisivo, il passaggio delle trasmissioni all’ultradefinizione 4k, alla maggiore integrazione multimediale tra web e canali social».

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