Federalimentare: anche l’industria alimentare in crisi per il caro energia

Vacondio: «nelle ultime settimane i costi dell’energia e dei trasporti sono esposi, assorbendo tutta la marginalità del settore. Non possiamo produrre in perdita». 

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Federalimentare

A soffrire della morsa del caro energia sotto forma di bollette di energia elettrica e di gas metano semplicemente mostruose con rincari di oltre il 600% non c’è solo la grande manifattura degli “energivori” come il settore dell’acciaio, del vetro, del cemento, della ceramica, ecc., ma anche la filiera dell’alimentare riunita in Federalimentare, costituita spesso da aziende di trasformazione medio piccole che lavorano con bassi margini. Margini che i rincaridelle bollette hanno rapidamente cancellato, ponendo tantissime imprese alfiere del migliore “Made in Italy” agroalimentare dinanzi al bivio drammatico di chiudere per non accumulare ulteriori ingenti perdite di bilancio per via di una situazione diventata insostenibile.

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Nell’intervista a “Focus” di “ViViItalia Tv” condotta dall’esperto di comunicazione e analisi politica, Gianfranco Merlin, e dal direttore de “il NordEst Quotidiano”, Stefano Elena, il presidente di Federalimentare (l’associazione delle imprese del comparto alimentare di Confindustria), Ivano Vacondio, traccia un bilancio decisamente drammatico del settore.

Al momento, il costo dell’energia ha superato tutte le voci di costo tipiche del settore dell’industria alimentare, tanto da rendere difficile mantenere l’equilibrio dei costi di produzione. Se i rincari sulle materie prime di settore(come grano, cereali, latte, ecc.) sono sì elevati ma ancora gestibili dalla filiera, viceversa lo stesso non è possibilecon i rincari a tripla cifra dell’energia e quelli a doppia cifra degli imballaggi, a partire dalla carta, cartone e vetro. Per non dire del problema storico della logistica, dove in Italia spostare le merci dai luoghi di produzione (quasi sempre nel Mezzogiorno) ai luoghi di trasformazione (Centro e Nord Italia) sta diventando un’impresa per la rete infrastrutturale inadeguata (e spesso al collasso) e i costi vivi di trasporto esplosi sotto la spinta del caro energia.

Una situazione semplicemente esplosiva che Vacondio mette in chiaro nel chiedere una rapida azione di responsabilità alla politica e al governo del Paese per evitare che la seconda filiera nazionale per capacità di produzione del Pil vada in crisi.

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