Imprese sugli scudi: Ferrari taglia il traguardo dei 4 miliardi di fatturato e Calzedonia quello dei 2,5

A Maranello l’utile cresce del 37% e premio ai dipendenti a quota 12.000 euro. Calzini, collant, intimo e maglieria spingono sull’export del gruppo veronese. 

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Made in Italy imprese sugli scudi

Imprese sugli scudi a NordEst con due casi di successo, Ferrari e Calzedonia, che segnano ciascuna due record economici che spingono verso l’alto ricavi, utili ed export.

Ferrari ha chiuso il 2021 con un utile netto pari a 833 milioni, in crescita del 37% sul 2020 e con ricavi netti pari a 4,27 miliardi, in aumento del 23,4% rispetto all’anno precedente e del 13,4% rispetto al 2019. Le consegne totali sono 11.155, in aumento del 22,3% rispetto al 2020 e del 10,1% rispetto al 2019. Robusta generazione di free cash flow industriale pari a 642 milioni di euro.

L’ebitda di Ferrari 2021 si è attestato a 1,5 miliardi di euro, in crescita del 34% rispetto all’anno precedente e con un margine del 35,9%. Nel 2021 l’ebit è stato pari a 1,07 miliardi, con un aumento del 50,2% rispetto all’anno precedente e un margine dell’ebit del 25,2%. I volumi hanno avuto un impatto positivo (220 milioni di euro) che riflette l’aumento delle consegne rispetto all’anno precedente.

L’indebitamento industriale netto al 31 dicembre 2021 è pari a 297 milioni di euro rispetto a 543 milioni al 31 dicembre 2020. Nel corso del 2021 sono state riacquistate azioni proprie per un valore totale di 231 milioni di euro, mentre i dividendi distribuiti sono stati pari a 162 milioni. Al 31 dicembre 2021 la liquidità complessiva disponibile era pari 2 miliardi di euro, stabile rispetto al 30 settembre 2021, incluse linee di credito “committed” inutilizzate per 676 milioni.

Notizie molto positive anche per i dipendenti: Ferrari erogherà ai 4.500 dipendenti un premio annuale di competitività legato ai risultati fino a poco più di 12.000 euro. «L’anno è stato eccezionale grazie alla passione e alla dedizione del personale – ha detto l’amministratore delegato Benedetto Vigna – e per premiare i loro successi, in linea con i forti indicatori di performance della società sono lieto di annunciare il premio annuale fino a poco più di 12.000 euro per i nostri dipendenti», che per la prima volta supera i 10.000 euro.

Quanto alle tensioni sui prezzi delle materie prime, Vigna è ottimista: «facciamo grande attenzione all’aumento dei prezzi di energia e alluminio, ma abbiamo buoni fornitori su cui fare leva. Possiamo gestire gli aumenti anche grazie al pricing di alcuni modelli e ai programmi di personalizzazione».

E anche per il 2022 la situazione si prospetta molto rosea: «il portafoglio ordini non è mai stato così forte – sottolinea Vigna -. Il trend positivo ha caratterizzato l’intero anno ed è proseguito nel quarto trimestre, quando abbiamo registrato un’impressionante raccolta ordini nonostante la nostra decisione di chiudere la raccolta ordini su alcuni modelli».

Dai pistoni rombanti alle calze, collant, intimo e maglieria. Il fatturato del gruppo Calzedonia nel 2021 cresce e raggiunge i 2.505 milioni di euro con un aumento del 29,1% a cambi correnti (+30,5% a cambi costanti) rispetto ai 1.941 milioni di euro al 31 dicembre 2020. La crescita rispetto al fatturato del 2019 è pari a 3,9%. La quota di fatturato estero si attesta al 56%. In continua crescita il volume di vendite realizzato con il canale e-commerce.

Anche lo scorso anno il gruppo veronese fondato da Sandro Veronesi ha investito fortemente sulle infrastrutture tecnologiche e digitali con l’obiettivo di integrare sinergicamente rete di punti vendita e vendita on-line, al fine di offrire al consumatore un ampio ventaglio di alternative di acquisto adatte ai diversi contesti locali.

Prosegue poi lo sviluppo di punti vendita sia all’estero che in Italia. Nel corso dell’esercizio il saldo delle apertureevidenzia un incremento di 176 nuovi punti vendita, dei quali 139 all’estero. Al 31 dicembre operavano con i marchi del gruppo un totale di 5.076 punti vendita, di cui 3.288 all’estero e 1.788 in Italia.

«Siamo oggi presenti in 55 paesi e il gruppo intende perseguire una politica di consolidamento nei principali mercati europei – sottolinea Veronesi -; mentre proseguono le aperture anche nel mercato statunitense».

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